Teatro: “Barbanbù” incanta l’ovest di Losanna

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“Barbanbù” incanta l’ovest di Losanna

Pubblicato oggi alle 18:19

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C’erano una volta, a ovest di Losanna, due attori e un’attrice che decisero di creare insieme uno spettacolo. Uno spettacolo contemporaneo ispirato a una fiaba popolare, messo in scena su palcoscenici all’aperto e che toccherà più luoghi, sulla scia del teatro itinerante di un tempo… La loro prima creazione, “Hai detto Barbablù?”, schierava la sua periodi al TKM, a Renens, prima di sorvegliare nove comuni vicini, fino al 13 luglio. L’estate successiva sarà in tournée nel cantone di Ginevra, in collaborazione con il Théâtre de Carouge.

Inizia così la storia di À l’Ouest Cie, fondata da Loubna Raigneau, Pierre Boulben e Hugo Braillard, provenienti dalle scuole di Teintureries e di Manifattura di Losanna. Lo scorso autunno, questi formidabili interpreti hanno esaltato l’entusiasmo dei giovani nell’inebriante “Fantasio” di Musset, diretto da Laurent Natrella al TKM. Che piacere ritrovarli, pieni di questa stessa freschezza giocosa, in questo pezzo composto a otto mani, con la complicità di Guillaume Pidancet, attore e musicista, che ha anche co-firmato la messa in scena di questa fantasmagoria.

La favola, ispirata al racconto di Charles Perrault (1697), riprende la trama ma la scruta per l’era post-#MeToo. Al centro della storia, i femminicidi commessi da un uomo odioso, assassino delle sue successive mogli. Ricorda: Barbablù sposa la sua dolce metà e, al momento della partenza, le affida le chiavi del castello. Può visitare ogni angolo, tranne una stanza proibita. Trasgredisce il divieto e, scoperto il suo crimine, si ritrova condannata a morire per mano del marito. Ma l’intervento dei suoi due fratelli, valorosi guerrieri, gli salva la vita e distrugge l’orco.

Nella variante contemporanea del racconto, l’eroina si libera dal suo terribile destino. In un’ondata di sorellanza, unisce le forze con Nix, una fata malconcia, anche lei intrappolata nella rete del manipolatore. In un avvincente gioco a nascondino, è insieme che affronteranno questo campione del patriarcato – con la connivenza degli spettatori.

Uno perso… sparito!»

Intervallato da canzoni pop, lo spettacolo inizia con gioia… Nei panni del narratore androgino, l’estroso Hugo Braillard apre il sipario e la favola. Pierre Boulben, cantante in pantaloni a zampa d’elefante e camicia con volant, interpreta un Barbablù tanto seducente quanto inquietante con i suoi occhi azzurri. Scivolata tra il pubblico appare la sua sposa, scintillante negli occhi, interpretata dalla dispettosa Loubna Raigneau. Colpi di fulmine, matrimoni al castello e dichiarazioni di fuoco. Ma sappiamo che le fiabe spesso si trasformano in dramma per meglio trasmettere il loro messaggio.

Qui, i malvagi progetti di Barbablù vengono rivelati, apparentemente all’improvviso, fin dall’inizio dello spettacolo. Il brano si apre sulle sonorità della lugubre “Toccata e Fuga in re minore” di Bach, l’amore ha colpito la fidanzata prescelta grazie ad un numero del lotto, e le parole pronunciate rivelano le intenzioni: “Uno dei perduti… !”

La storia si ripete, in un meccanismo implacabile. La giovane sposa varca la porta proibita, il sangue scorre e Barbablù parte alla ricerca di una nuova conquista. Fino al giorno in cui l’eroina si ribella. La prima notte di nozze si rifiuta di raggiungere il marito nella camera nuziale: “Lui non capisce che no significa no”. Appare il motivo del consenso. Poi quello della manipolazione. Perché, impedendogli di varcare la porta, solleticando la sua curiosità, cosa aspettava Barbablù? “Ho fatto solo quello che sapeva che avrei fatto”, dice la lucida eroina. Nella sua visione del mondo, la curiosità non è più un brutto difetto. Al contrario, è fonte di scoperte e di conoscenza. Ci permette anche di affrontare ciò che non vogliamo vedere. Per affrontare l’orrore.

La manipolazione incide anche sul carattere ambivalente della Fata. Quando era in preda al crepacuore, Barbablù la consolò, la portò nel suo castello e la trascinò nella sua follia omicida. Complice suo malgrado, la Fata dalle ali spezzate si trasformerà in un angelo custode, attrice della liberazione dell’eroina – e della propria.

La morale della storia? Dice che le eroine sanno come emanciparsi senza l’intervento di cavalieri coraggiosi. Il fatto che mettere a tacere i vizi rafforza il potere degli esseri malvagi. Alla fine dell’opera, l’eroina lo riassume in un motto: “Non chiudere gli occhi”. Per coincidenza con il calendario, la prima ha avuto luogo la sera del 14 giugno. Non lontano dal TKM, migliaia di attivisti brandivano cartelli in lotta contro il patriarcato.

Renens, TKM e comuni della parte occidentale di Losanna. Fino al 13 luglio. Ingresso gratuito, tutto pubblico. www.tkm.ch

Natacha Rossel era giornalista nella sezione culturale e si occupava di arti dello spettacolo. Titolare di un Master in Scienze dell’Antichità, ha lavorato presso “24heure” dal 2012 al 2023. Ha lavorato anche nelle sezioni Vaud & Régions e Web. Più informazioni @NatachaRossel

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