Annecy 24: “Flow”, un’odissea silenziosa lungo l’acqua

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Presentato al Festival di Cannes e poi al Festival di Annecy, il lungometraggio di Gints Zilbalodis si preannuncia già come uno dei film d’animazione più sorprendenti dell’anno. Decifriamo!

(Un testo di Marine Guillain, dal Festival dell’Animazione di Annecy)

È solo, vivendo la sua vita nella natura, quando un’immensa alluvione invade la Terra. Per sopravvivere, questo gatto grigio dagli occhi gialli non ha altra scelta che rifugiarsi su una barca a vela. Nessun essere umano in giro. Vegetazione rigogliosa sommersa a perdita d’occhio e ruderi come unica traccia di civiltà. In questo ambiente tanto favoloso quanto ostile, il gatto deve affrontare dei pericoli: l’acqua, le intemperie, o anche le minacce di altri animali, come questo uccello che lo prende tra gli artigli per un volo spaventoso. Sulla barca, al gatto si uniscono un capibara e un lemure, poi un cane e un airone. A bordo, questi animali totalmente opposti dovranno imparare a vivere in comunità…

Senza dialoghi (tranne per chi capisce “miao”), “Flow” è una coproduzione lettone-belga-francese, diretta da Gints Zilbalodis. Dopo “Ailleurs” (2020), un’altra opera senza parole che il 30enne cineasta lettone aveva realizzato interamente da sola a casa, “Flow” ha fatto gli onori della selezione Un certain aware a Cannes, prima di ritrovarsi in competizione ufficiale a Annecy. “Il film racconta il percorso di un personaggio indipendente e autosufficiente che deve imparare a lavorare in squadra, come è stato il mio caso in questo film”, spiega il regista. Essendo “Flow” composto da molte sequenze molto lunghe e complicate, con una telecamera in movimento, il team non ha utilizzato uno storyboard, ma ha creato un ambiente 3D per posizionare i personaggi ed esplorare le possibilità di messa in scena.

“Fluire”
© Dreamwell Sacrebleu

La vivacità della macchina da presa è una delle prime cose che colpisce in “Flow” (parola inglese che significa “fluire”, “circolare”): a volte sott’acqua, in cielo o in primissimo piano… regala questo survival animale ricco di azione e tensione ha un lato coinvolgente molto vivace. Il viaggio in questa insolita Arca di Noè si trasforma in un’epica sensoriale. A causa dell’assenza di dialoghi, il pubblico presta ancora più attenzione al lavoro mozzafiato del suono, al punto di sentirlo fino alle vene.

Canti di uccelli, ali che sbattono, gatti che si lavano, artigli sulla vela, pioggia che cade sul ponte, cigolio dello scafo della barca improvvisata… l’esperienza sonora si rivela estremamente intensa. Mai umanizzati, gli atteggiamenti e le espressioni (paura, sorpresa, sollievo) degli animali sono rappresentati con sorprendente realismo. Come quando, in questo contesto teso, la voglia di giocare prende improvvisamente il sopravvento quando il gatto vede dondolare la coda del lemure o quando il cane cerca di prendere una palla. Così, presi nel “flusso”, assistiamo affascinati a questo ipnotico inno alla natura, in cui dobbiamo imparare ad adattarci e superare le differenze…

4,5/5 ★

30 ottobre 2024 al cinema.

Maggiori informazioni su “Flusso”

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