Cancellato il concerto di Bilal Hassani a Metz: previste multe e pene detentive per i cinque imputati

Cancellato il concerto di Bilal Hassani a Metz: previste multe e pene detentive per i cinque imputati
Cancellato il concerto di Bilal Hassani a Metz: previste multe e pene detentive per i cinque imputati
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Hanno tra i 23 ei 69 anni e vivono intorno a Lille, Tours, Orléans, nella regione di Lione e a Nancy. Cinque uomini sono stati processati mercoledì 13 novembre dal tribunale penale di Parigi per il loro coinvolgimento nella campagna di molestie informatiche contro il cantante Bilal Hassani. Il giovane artista, icona della comunità LGBT, ha dovuto cancellare il suo concerto previsto nella basilica Saint-Pierre aux Nonnains di Metz (Mosella), nell’aprile 2023, a causa delle minacce sui social network.

L’indagine, aperta prima a Metz e poi trasmessa al Centro nazionale per la lotta all’odio in rete, ha permesso di identificare cinque persone che avevano tutte rilanciato insulti omofobici, inviti all’odio e alla violenza, principalmente sulla rete X (ex Twitter) ma anche sui forum o tramite un canale YouTube. Sono stati rispettivamente giudicati né per “pubblica incitamento all’odio o alla violenza” né per “pubblici insulti”, il tutto aggravato dalla ragione di orientamento sessuale o di genere, ma anche per “provocazione pubblica a commettere un attentato alla vita”. Solo due di loro, il più giovane e di circa vent’anni, sono comparsi in tribunale questo mercoledì.

Multe, formazione alla cittadinanza e pene detentive

Sono state presentate quattro denunce: da parte dell’artista, due da parte di associazioni che lottano contro l’omofobia e un’altra da parte della società di Metz organizzatrice del concerto. All’elenco delle parti civili si aggiunge anche la Lega per i Diritti Umani.

Al termine dell’udienza lo ha chiesto il Tribunale penale di Parigi 1.500 euro di multa per i due uomini accusati di pubbliche ingiurie, 24 anni per l’uno e 69 per l’altro. Per i due imputati processati per istigazione all’odio e alla violenza il pubblico ministero ha chiesto pene detentive fermo quattro e sei mesi, a causa dei loro precedenti penali. Per l’imputato, 23 anni, processato per “pubblica provocazione a delitti contro la vita”, tre mesi di reclusione con sospensione della pena accompagnato da un corso di cittadinanza.

La decisione del tribunale è attesa per il 15 gennaio 2025.

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