Dior alla moda scozzese

-
>>

Dior. ANDY BUCHANAN/AFP

Di solito, al Drummond Castle (Scozia), non si incontra altro che l’ottantenne proprietaria, la baronessa Jane Heathcote-Drummond-Willoughby, e i turisti che vengono ad ammirare i giardini alla francese. Questo 3 giugno, una folla compatta affolla le navate ben intagliate, tra cui un numero anormalmente alto di attrici (Anya Taylor-Joy, Jennifer Lawrence, Rosamund Pike, Lily Collins, Camille Cottin, ecc.). Nonostante la brezza fresca, non hanno ceduto alla tentazione della coperta messa loro a disposizione e hanno fatto bella figura nei loro eleganti outfit Dior.

Dior, ancora? Affermativa. Un mese e mezzo dopo aver organizzato una sfilata a New York, la maison ha presentato all’estero una nuova collezione ready-to-wear femminile, la sua crociera 2025. In un contesto economico teso, dove il mercato cinese non gioca più il suo ruolo come motore di crescita per il lusso europeo, è sorprendente vedere un marchio impiegare così tante risorse.

All’interno della divisione moda di LVMH, Dior è secondo dopo Louis Vuitton in termini di fatturato. Negli ultimi dieci anni il marchio ha registrato una crescita spettacolare, guidata da progetti a tutto campo. Tra le più notevoli, includiamo la mostra faraonica “Christian Dior, couturier du rêve”, che ha attirato più di 700.000 persone a Parigi nel 2017, e da allora ha viaggiato a Londra, Shanghai, Doha, Tokyo e New York. Ma anche l’apertura, nel 2022, di una boutique parigina in formato grande magazzino, avenue Montaigne, che ospiterà un museo, un ristorante e una caffetteria. L’attività incessante è documentata dall’uscita regolare di bellissimi libri (sui foulard Dior, 30, avenue Montaigne, I parenti del fondatore, ecc.).

Per sostenere una politica di espansione commerciale e culturale, le sfilate giocano un ruolo di primo piano: le collezioni esposte in luoghi eccezionali forniscono la materia prima per scaffali di negozi, pagine di libri, etichette di musei. E, dal 2016, Dior ha trovato in Maria Grazia Chiuri una stilista capace di tenere il passo con questo ritmo particolarmente sostenuto: la creatrice delle collezioni femminili presenterà anche la sua prossima collezione tra meno di un mese, durante la settimana della moda, a Parigi.

Ma per ora è una crociera, questa collezione molto strategica che resta più a lungo delle altre nei negozi. “La Scozia è un sogno antico, dice Maria Grazia Chiuri. È un’ambientazione cinematografica romantica, ma anche un paese che ha un’influenza molto concreta sui nostri guardaroba: gonne a quadri, motivi a rombi, maglie spesse, parla a tutti. »

Borchie, cinture e cordoni

Per questa crociera 2025 elenca quindi i simboli scozzesi. Le prime silhouette presentano un tartan nei toni del verde, rosso o viola su abiti con giacca con cintura e gonna lunga con spacco; su un abito senza spalline avvolto con disinvoltura come una coperta attorno al corpo; o anche su una tutina con ritagli geometrici. Diventa un pattern stampato su tele tecniche utilizzate come mantella o abito-corsetto. Il kilt appare in nuove proporzioni, lungo fino a sfiorare il terreno, talvolta abbinato a un maglione di diamanti XXL.

Per evitare di essere troppo letterale e attirare una clientela più giovane, il designer ha aggiunto dettagli dissonanti, evocando il guardaroba punk o utilitaristico: borchie, cinture, cordoni, toppe, lacci, tasche a vista sconvolgono i pezzi classici sviluppati con gli artigiani locali (Harris Tweed per tweed, Johnstons of Elgin per lana, Esk per maglieria). Il risultato è un po’ disparato, ma la sua varietà permette di indirizzarlo sia a una ragazza giovane che a una donna matura.

Come di consueto, Maria Grazia Chiuri si è ispirata anche a una figura femminile storica, Maria Stuarda, evocata attraverso abiti opulenti con maniche d’agnello, o con alto colletto bianco abbinato al velluto nero. La regina scozzese dal destino disastroso ricamava la sua sventura con unicorni e cardi – due emblemi della Scozia –, qui sparsi su una stampa o sparsi in merletti. Altre immagini compaiono in questa collezione, stampate su t-shirt o cappotti: quelle dell’arrivo di Christian Dior in Scozia.

Perché la destinazione riecheggia il passato della maison: nel 1951, Christian Dior presentò la sua linea primavera-estate nel Perthshire, dove tornò nel 1955 per presentare 172 modelli ad un ballo di beneficenza tenuto al Gleneagles Hotel. Nel 1960 il fondatore non era più in questo mondo, ma la filiale inglese della casa organizzò comunque un evento a una ventina di chilometri di distanza, allo Scone Palace. Tanti i luoghi magici che il brand ha avuto cura di mostrare ai suoi 550 invitati prima della sfilata.

Notiziario

“Il gusto del mondo”

Viaggi, moda, gastronomia, design: il meglio dell’arte di vivere, nella tua casella di posta elettronica

Registrati

Questa collezione non è la più convincente di Maria Grazia Chiuri perché, cercando di modernizzare i riferimenti reali e il lavoro degli artigiani scozzesi, si allontana dalla fluidità che è la sua forza. Ma la mostra nel suo complesso è innegabilmente un successo: la maison ha scelto una destinazione coerente con la sua storia, che racconta con maestria. Il guardaroba, completissimo, si ispira al luogo in cui si rivela, in un esercizio scenico perfettamente eseguito e unico. Louis Vuitton, Chanel, Gucci: le griffe più potenti si impegnano tutte nell’esercizio, a volte pericoloso, della sfilata fuori dalle mura. E quando si tratta di inviare una bellissima cartolina, Dior non ha rivali.

Elvira von Bardeleben

Riutilizza questo contenuto

-

NEXT Novità da Kendji Girac: infortunio, indagini e ritorno in scena