La Settimana della Critica premia un film argentino sulla disabilità

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Simon (Lorenzo Ferro) in “Simon de la Montaña”, di Federico Luis. DISTRIBUZIONE DELL’ARIZONA

La sindrome del successoQualcosa in più, di Artus (più di tre milioni di entrate al cinema), sarebbe arrivato alla giuria della Settimana della Critica, presieduta quest’anno dalla produttrice Sylvie Pialat? È un film che esamina i confini della disabilità, Simon de la Montagnadell’argentino Federico Luis, che vinse il Gran Premio, mercoledì 22 maggio, al termine degli anni ’63e edizione della sezione parallela di Cannes, dedicata ai nuovi talenti (opere prime e seconde).

Agli antipodi della commedia francese del comico, presente lo stesso giorno a Cannes per salire la scalinata con la troupe del suo film, Simon de la Montagna, con la sua opprimente macchina fotografica a mano, del tipo Dogme – questo movimento è stato lanciato negli anni ’90 da Lars von Trier -, racconta tuttavia una traiettoria simile: quella di un ragazzo cosiddetto “normale”, che impercettibilmente si avvicina a un gruppo di giovani persone con disabilità, come se avessero deciso di lasciare il loro mondo per entrare nel loro.

Simon (Lorenzo Ferro) arriva addirittura a lavorare sulle espressioni facciali e sul linguaggio del corpo, facendo assumere al cineasta il lato inquietante dell’esperienza, sollevando anche la questione del desiderio: il film sarà presto nelle sale, distribuito da Arizona. Questo premio è anche una buona notizia per il cinema argentino, duramente colpito dall’elezione del presidente antisistema Javier Milei, che ha congelato numerosi aiuti e sussidi alla cultura e al settore cinematografico (un incontro di sostegno si è svolto a Cannes, il 19 maggio).

Audacia e creatività

Tra i sette lungometraggi in concorso segnaliamo alcune grandi scoperte, come Palazzo del Sole Blu, il film a porte chiuse formalmente di grande successo dell’americana Constance Tsang, che racconta la vita di donne migranti, cinesi e taiwanesi, in una sala massaggi per uomini, nel Queens, a New York. Il film ha ricevuto dalla giuria il French Touch Prize, del valore di 8.000 euro, che premia l’audacia e la creatività. Un altro promettente cineasta, l’americano-taiwanese Keff, rinnova il film di gangster Locustaun tuffo nelle bande di adolescenti e un ambizioso ritratto della gioventù nichilista.

Leggi il ritratto Articolo riservato ai nostri abbonati Festival di Cannes: Keff dipinge il ritratto della gioventù nichilista taiwanese

Aggiungi alle tue selezioni

Alcune questioni sociali sono state molto presenti quest’anno, in tutte le sezioni, e per una buona ragione: la violenza contro le donne o la situazione delle minoranze LGBT. La Settimana della Critica non ha fatto eccezione. Queste scelte meritano ovviamente rispetto, ma non garantiscono la riuscita del lavoro. Sono gli espedienti formali, la finezza degli scenari, il montaggio, ecc., a creare la differenza.

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