Con più di 50 anni, il metal ha ancora un’età irragionevole! Il termine metal non si riferisce più solo all’hard rock, un genere musicale dalle sonorità pesanti che mescola blues e rock, creato a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, dietro punte di diamante come i Black Sabbath, poi i Motörhead.
La controcultura dall’immaginazione oscura, forgiata in opposizione al movimento hippie e odiata dagli ambienti religiosi tanto quanto il flower power, si diversificò negli anni ’80 con gruppi come Iron Maiden o Judas Priest, veterani ancora dediti alla scena. Metallica e Megadeth, fratelli nemici, segneranno poi una svolta con il loro potente e popolare thrash metal. Oggi al termine metal associamo una miriade di movimenti musicali, come tante ramificazioni di questo albero prolifico e indomabile.
280.000 spettatori per 176 gironi!
Da vent’anni il metallo continua a rinnovarsi. Metalcore, deathcore, ecc… come tante nuove nicchie. Più radicali musicalmente o anche politicamente, ma molto adatti ai loro tempi, fondono stili e identità dietro grandi suoni e abiti hip-hop. Ancora con alcuni protagonisti: Parkway Drive e Bring Me The Horizon, per i più conosciuti.
Dal death metal al punk, la musica estrema ha il suo momento in Francia. L’Hellfest, dal 27 al 30 giugno a Clisson (Loira Atlantica), accoglierà quest’anno 176 gruppi per la sua 17a edizione! Con circa 280.000 visitatori in quattro giorni, continua a invitare piccoli gioielli e a collezionare allettanti headliner. Nei grandi club quest’anno, i Foo Fighters, The Prodigy e Queens of the Stone Age faranno i loro primi arrangiamenti nella Loira Atlantica. Il festival riporta anche i mecenati del genere. Due anni dopo la loro prima visita a Clisson, i lattonieri dei Metallica tornano il sabato. Proprio come i Machine Head, venerdì, dodici anni dopo la loro ultima apparizione nel vigneto di Nantes.
Senza offesa per certi puristi che vi trovano un lato “metal Disneyland” e rimpiangono la presenza di un pubblico di non appassionati, l’Hellfest resta un appuntamento imperdibile per gli amanti del metal. Infine… chi riesce a procurarsi il prezioso biglietto entra. Vittima del suo stesso successo? Per una manciata di anni, i posti sono andati a ruba in poche decine di minuti quando si aprono le prenotazioni online (quasi un anno prima), lasciando molti fan in asso. E una certa amarezza.
Si tratta ovviamente di un festival che ha permesso di divulgare uno stile musicale, ma anche una cultura che incuriosisce al di fuori dei propri ambiti. Lui non è l’unico. L’altro grande festival dell’Occidente è Motocultor, dal 15 al 18 agosto a Carhaix (Finistère). Quest’estate sarà alla sua 16a edizione, con solo 110 gruppi in programma! Gli headliner sono, ovviamente, meno prestigiosi ma molto popolari in questa comunità: Architects, Clutch, Kvelertak, Red Fang e molti altri. È qui che si incontrano le persone nostalgiche dell’Hellfest dei suoi primi giorni.
La diversità delle tendenze fiorisce anche nei festival più piccoli che sono nati seguendo i binari di queste due locomotive. La prova che il metal è ancorato al suo tempo: ha persino una giornata internazionale dedicata, il 12 dicembre!
Il metallaro o metallaro è diventato un’icona. Una figura allo stesso tempo ribelle e ultra-codificata. Tutti coltivano la propria immagine, a volte fino alla caricatura: il marmule dall’aspetto vichingo che adora la musica pagana, il goth con gli occhi anneriti dal trucco che gode del doom, l’hipster con la barba tagliata dritta che annuisce allo stoner… E questo è solo un piccolo esempio dell’abbondanza di stili, impossibile da dettagliare o addirittura distinguere anche per gli iniziati! In questa grande e rigogliosa famiglia, i cugini si affiancano, brindano insieme o talvolta si divertono a odiarsi, senza perdere di vista il capolavoro che li unisce tutti: la potenza dei riff.
L’immagine che ricordiamo è spesso quella di un pubblico in commozione durante questi concerti. Persone dai capelli lunghi, a torso nudo e tatuate sotto le kutte (giacche di jeans ricoperte di distintivi di gruppo), che si scagliano l’una contro l’altra durante i pogos (danze in cui le persone si spintonano) o i muri della morte (letteralmente “muri della morte”, quando la folla si separa in due parti che si scontrano al richiamo di un musicista sul palco). La realtà è più varia, anche più saggia di quanto possiamo immaginare… Questa violenza apparente è codificata per evitare (per quanto possibile!) infortuni, e il suo campo di gioco è spesso limitato alle prime file. Al di fuori di queste zone di caos controllato, il metallaro spesso indossa come segno distintivo una maglietta con il nome di un gruppo che gli piace particolarmente e ascolta tranquillamente la musica, annuendo leggermente con la testa a ritmo. Sembra anche essere piuttosto cortese, aperto e benevolo con i suoi coetanei.
Uno straordinario ritratto di robot
Il metallo è stato oggetto di lavoro accademico. In particolare una tesi di antropologia di Corentin Charbonnier sull’Hellfest, che mette in luce questo forte sentimento di appartenenza ad una comunità. L’identikit del metallaro è un uomo bianco con un alto livello di istruzione (oltre il 36% dei frequentatori dell’Hellfest ha almeno un Bac +5), sulla quarantina e dirigente comunale. Ha un potere d’acquisto medio maggiore rispetto agli appassionati di molti altri stili musicali. I profili possono essere più vari, soprattutto a seconda degli stili musicali. Le donne, che rappresentano solo il 30% dei frequentatori dei festival, sono tuttavia diventate sempre più numerose nel pubblico negli ultimi quindici anni. Non riuscire ad imporsi sul palco, anche se anche lì c’è qualcosa di meglio…
Ma hanno tutti una cosa in comune: gridare agitando il pugno in aria, l’indice e il mignolo alzati (corna in alto, corna alzate” in francese), in segno di manifestazione. E se dovessimo semplicemente spiegare cos’è il metallo? “Grande rock’n’roll!” » Così lo riassume Lemmy Kilmister, defunto bassista e cantante dei Motörhead (la cui statua adorna il parco dell’Hellfest). Quella che mette d’accordo tutti i metallari!
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