Ananda Devi, nel cuore dell’oscurità, nel ventre di una prigione

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Nata a Mauritius, Ananda Devi è autrice di una vasta opera che ha vinto numerosi premi ed è stata tradotta in una dozzina di lingue. Tra i suoi libri più importanti: “Eve of her rubble” (premio Cinque Continenti, premio RFO, 2006), “Il Sari Verde” (premio Louis Guilloux, 2009), e “La risata delle dee” (premio Femina per le scuole superiori). studenti, 2021). Ha ricevuto il Premio internazionale di letteratura Neustadt 2024 per il suo intero corpus di lavori. Il suo nuovo libro intitolato “La notte si aggiunge alla notte”, è il racconto della sua notte trascorsa nell’antica prigione di Montluc a Lione.

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La notte si aggiunge alla notte © Magazzino

“Quale impulso oscuro ha attinto questo testo, che mi ha perseguitato per molti mesi? Tutto quello che so è che mi sono lasciato trasportare, inghiottito dal secolo di storia che è passato attraverso questa prigione di Lione, la prigione di Montluc, Raymond Samuel, conosciuto come Aubrac, René Leynaud, André Devigny, i bambini di Izieu furono tutti imprigionati lì. Poi molti condannati a morte algerini furono incarcerati lì prima del suo processo nel 1983. Fu solo nel 2009 che il braccio femminile, l’ultimo in funzione. chiuso definitivamente, contemporaneamente al carcere.

Tutta la complessità della storia sembra essersi concentrata in un unico punto, ma i suoi tentacoli si estendono ben oltre. Ho provato a seguirli, a districarli. Per penetrarli durante una notte insonne in cui credevo di incontrare gli spiriti di tanti partigiani, e in cui ho finito per rendermi conto che il fantasma, in questi luoghi, ero io.” (Ananda Devi per il Edizioni di riserva)

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Rue la poudrière © Edizioni Project’îles

“Da dove viene questo testo tormentato, questi corpi torturati, queste esistenze smantellate, queste anime devastate e questa onnipresenza del male attorno alla mia narratrice, Paule, che cerca di far emergere la sua voce tra i turbini che cercano di attirarla verso l’oscurità? Forest- Side, dicembre 1984, scrivevo alla fine. Sono passati quarant’anni e non ricordo nulla tranne la prima frase che non è mai cambiata, e dalla fine, nelle grida apocalittiche delle ruspe visione simile a quella dell’inferno di Bosch. Era davvero Port-Louis No, certo? immergere la penna nel letame per estrarre una scrittura dell’eccesso, seguire un percorso oscuro, iniziato anni prima, e cercare, a tentoni, proprio come. Paule, la mia voce che sarebbe diventata quella di Eva, vent’anni dopo, uscendo zoppicando dalle stesse macerie.” Ananda Devi per Edizioni Project’îles

type="image/webp">Saggio di Ananda Devi
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Due bauli e una pentola © Edizioni Project’îles

“Qual è questo mistero della scrittura? Cosa porta alla scrittura? Quale frase, quale testo, può segnare un autore all’inizio e perché? Quando la scrittura diventa un’ovvietà? Quali influenze? Chi sono gli autori o i testi che non escono mai dalla scrittore? In questa raccolta, gli autori parlano liberamente e in una forma che è loro specifica, piena di dubbi, ma chi vuole scrivere, a volte confrontato con domande insolubili, cerca risposte, modi per fare il grande passo.

Due bauli e una pentola è uno sguardo tenero e intransigente del romanziere e poeta Ananda Devi. L’autrice crea un ponte, un dialogo tra la giovane donna che era e la scrittrice che è diventata. Un testo di grande generosità offerto ai suoi lettori e a tutti gli appassionati della letteratura indo-oceanica. Lì ci sono le chiavi per penetrare in un lavoro impegnativo, ricco, commovente.

Storia della confessione, Due bauli e una pentola è uno di quei testi che ti abbagliano, ti cambiano e ti riempiono quando ti allontani dalla lettura. Il suo linguaggio traccia sentieri nella roccia dell’esistenza come una ricerca della luce. La violenza riservata agli esseri in cerca di luce richiede una pausa per riunirsi. È ciò che resta degli esseri frantumati che costituisce la somma di questa storia. La sua carne è fatta di corpi feriti, lividi che, attraverso il setaccio della scrittura, ritrovano una certa serenità.” (Edizioni Project’îles)

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