Prova di INDIKA su PC da jeuxvideo.com

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Il male si sta preparando nel convento. Mentre una giovane suora capace di comunicare con il Maligno fugge dalle mura del suo monastero, scopre un mondo torturato che nessuna preghiera può placare. E il giocatore in tutto questo? I suoi occhi si spalancano come se avesse appena visto la vergine in mutandine di velluto.

Religioso con caffè nero come una notte senza luna

Dal suo primo teaser, Indika sembrava pazza. Con le sue inquadrature sorprendenti, i suoi personaggi folli, la sua musica psichedelica, il software aveva alzato l’asticella del videogioco WTF e auspicava un’opera senza eguali. Nonostante tutto, nulla ci aveva veramente preparato a questo. Portato in vita dal team russo di Odd Meter, il bambino degli studi 11 bit fa esplodere un genere – l’avventura narrativa in terza persona – che di solito fatica a uscire dai sentieri battuti. “Dove stiamo andando, non abbiamo bisogno di una strada” avrebbe potuto sussurrare insidiosamente il demone che trotterellava nella testa velata di Indika. Perché prendere i sentieri tracciati dalla ragione quando puoi percorrere sentieri laterali lastricati di cattive intenzioni? Dopo aver accettato di consegnare una lettera, la suora scoprirà… mali biblici.

La forza divina di Indika risiede nelle situazioni incredibili, onnipresenti nei loro aspetti comici e tragici, che si confrontano continuamente con il giocatore. Odd Meter rende lo stacco di tono un’arte sardonica che farebbe quasi sembrare creazioni accademiche i successi del duo David Lynch/Mark Frost.. Se vedere un elfo in pigiama uscire dalla bocca di una sorella in piena comunione non vi sorprende, forse vi stupirà un inseguimento a 10 km/h a bordo di una vecchia moto contro un goffo ma vociante soldato. I fiocchi bianchi che ricoprono i devastati paesaggi russi, da esplorare in linea retta, riescono purtroppo a seppellire la febbrile follia di Indika. È infatti deplorevole constatare che la seconda parte del viaggio non raggiunga il grado di follia della prima metà. Sì, avremmo preferito un crescendo di demenza, ma abbiamo apprezzato questa corsa a capofitto dove bene, male, fede e sfiducia si dibattono in un pasticcio fatto di terra, sangue e neve sciolta.


Il gioco ti saluta, Marie

Per quanto folle possa sembrare, Indika non dimentica di essere un vero videogioco. Infatti, la maggior parte dei codici mediatici vengono rispettati con punti XP da raccogliere, collezionabili da trovare ed enigmi da risolvere. I puzzle relativamente numerosi migliorano la progressione attraverso minigiochi efficaci. Nessun avanti e indietro invasivo o sequenze lunghe qui, il software progettato da Odd Meter opta soprattutto per il sensazionalismo. “La neve deve continuare”. Indika si sforza di stupire proponendo idee folli ogni 15 minuti netti, anche se ciò significherebbe che nessuna buona idea di gioco alla fine verrebbe spinta dove vorremmo che andasse. Ad esempio, l’eroina ha il potere di cambiare l’ambientazione in tempo reale mentre prega. Questa meccanica, che avrebbe potuto creare enigmi intelligenti, viene tuttavia utilizzata solo in due brevi sequenze.

Indika: il malvagio UFO che si fa beffe dei videogiochi convenzionali e ammalia i giocatori

Come ci si potrebbe aspettare, i codici dei videogiochi vengono ovviamente utilizzati per contrastare le probabilità. Un vero titolo narrativo al 100% che non dimentica di mettere in gioco i poveri peccatori che siamo, Indika può ricordare Hellblade: Senua’s Sacrifice, con la differenza che qui i combattimenti lasciano il posto a fasi platform 2D/3D. Durante il viaggio, che purtroppo dura solo quattro ore, il software è un covo di volti spezzati – come raramente vediamo nelle nostre produzioni di videogiochi – che gesticolano in un’avventura accattivante che è ortodossa solo nei suoi monasteri. Graficamente accattivante, tecnicamente solido e particolarmente coinvolgente grazie ad un panorama sonoro compiuto, Indika riesce a dimenticare che si tratta del prodotto di un piccolo studio di sviluppo. Più difficile sarà cancellare dalla mente di certi giocatori la sua costruzione decisamente linearele sue mura invisibili e il suo finale troppo frettolosamente spedito per un’esperienza che vuole essere narrativa.

Indika: il malvagio UFO che si fa beffe dei videogiochi convenzionali e ammalia i giocatori

Conclusione

Punti forti

  • Sequenze audaci terribilmente gradite
  • Personaggi originali e atmosfera accattivante
  • Pace ha lavorato per un’avventura accattivante
  • Atmosfera sonora e doppiaggio ben riuscito
  • Graficamente molto carino

Punti deboli

  • Buone idee troppo poco sfruttate
  • Una seconda parte che sta esaurendo le forze
  • Molto breve (solo 4 ore di gioco) e nessuna rigiocabilità
  • Un finale affrettato che non risponde a tutto

Minimale nel suo gameplay ma ottimale nella potenza della sua storia, Indika ci illumina grazie all’insolenza di molte delle sue sequenze. Audace nel tono, atipica nella forma, la creazione di Odd Meter è come una reliquia maledetta: non dovrebbe essere messa nelle mani di tutti. E questa è la sua più grande qualità! Ma come tutti sanno, il diavolo si nasconde nei dettagli: le sue buone idee alla fine poco sfruttate, la sua follia che si esaurisce nella seconda parte e il suo finale troppo brusco impediscono alla sua eroina di essere canonizzata. Nonostante i suoi difetti, Indika è un gioco d’avventura in terza persona che ti affascinerà se accetti di firmare un patto… con il demone.

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