“Il pianeta delle scimmie tratta la conoscenza come un virus”

“Il pianeta delle scimmie tratta la conoscenza come un virus”
“Il pianeta delle scimmie tratta la conoscenza come un virus”
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Wes Ball, sul set di Il pianeta delle scimmie: il nuovo regno.

Jasin Boland/The Walt Disney Company Francia

COLLOQUIO – Cinquantasei anni dopo l’inizio della saga, questo decimo film ha per protagonista un giovane scimpanzé ingenuo. Buon intrattenimento.

È il primo franchise di fantascienza al cinema. E il più vecchio. Pubblicato nel 1968, lo stesso anno di 2001: Odissea nello spaziodi Stanley Kubrick, Il pianeta delle scimmie fu un enorme successo di critica e di pubblico, con sorpresa di tutti. Questo film di Franklin J. Schaffner con Charlton Heston traspone liberamente il libro di Pierre Boulle (che Hollywood aveva già adattato Il ponte sul fiume Kwai, nel 1957). La trama descrive un mondo invertito.

Gli astronauti atterrano su un pianeta sconosciuto dominato da una società di scimmie intelligenti, ma alla fine ci rendiamo conto che si tratta della Terra. Un racconto filosofico tanto quanto una storia di anticipazione, persino una favola satirica, i film di questa saga offrono nel corso dei decenni una visione pessimistica del futuro dell’umanità. Quasi dieci anni prima di serie di fenomeni come Guerre stellari (1977), Alieno (1979), Star Trek (1979) o Terminatore (1984), la saga è passata soprattutto ai posteri, perché affronta temi che…

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