LIBRO. “Un buon thriller significa scavare nel ventre della società”, Olivier Truc, ospite d’onore del Festival della letteratura poliziesca

LIBRO. “Un buon thriller significa scavare nel ventre della società”, Olivier Truc, ospite d’onore del Festival della letteratura poliziesca
LIBRO. “Un buon thriller significa scavare nel ventre della società”, Olivier Truc, ospite d’onore del Festival della letteratura poliziesca
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Dominique Manotti e Olivier Truc sono la madrina e il padrino della 16a edizione del festival Toulouse Polars du Sud, dall’11 al 13 ottobre. Saranno circondati da una cinquantina di autori francesi e stranieri. Olivier Truc presenta il quinto volume delle indagini della polizia di Rennes.

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A Tolosa, dall’11 al 13 ottobre, sotto il tendone del Basso Cambo, si svolge la 16a edizione del Festival Internazionale della Letteratura Poliziesca.

In programma: autografi d’autore, cerimonie di premi letterari, tavole rotonde, interviste in “sala parlante” e molte attività (introduzione al gioco di ruolo, corso di scrittura, ludoteca, giochi investigativi dedicati al pubblico giovane, laboratorio di manga). Sotto i tendoni verranno scoperte anche diverse mostre.

Domenico Manotti et Olivier Truc è la madrina e il padrino di questo 16° festival. Saranno circondati da una cinquantina di autori francesi e stranieri.

Olivier Truc è nato a Dax nel 1964. Ha iniziato la sua carriera come giornalista al Midi libre, presso l’agenzia di Montpellier, nel 1986. Ha poi lavorato per diversi media tra cui Libération e TF1. Dal 1994 vive a Stoccolma dove è stato corrispondente per radio RTL, il settimanale Le Point, Libération e poi Le Monde (2005-2016). Specialista dei paesi nordici e baltici, è anche documentarista e sceneggiatore.

È in particolare l’autore di “L’impostore”, “Cartografo delle Indie Boreali”, “I sentieri oscuri di Karachi” e di una serie di romanzi sulla polizia di Rennes, grazie ai quali è diventato noto ai lettori di thriller. “Le Dernier Lapon”, prima opera di questa serie pubblicata nel 2012, è stata tradotta in più di venti lingue e ha vinto una ventina di premi letterari tra cui il premio Quai du polar 2013, il premio Mystère de la critique 2013 e il premio Michel -Lebrun 2013. La serie continua con “Le Dtrait du Loup” nel 2014 e “La Montagne rouge” nel 2016.

Dodici anni dopo, continua ancora a condurci in un viaggio nelle terre Sami con “La prima renna”, l’ultimo della serie appena pubblicata in Edizioni Métailié e che presenta al festival.

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Copertina del libro di Olivier Truc: “La prima renna”

© Edizioni Métaillé

5 domande per Olivier Truc

Continua la tua esplorazione della Lapponia. Puoi parlarci del tuo nuovo lavoro?

“Ciò accade nel momento della marcatura delle renne e dei cerbiatti che è un periodo molto delicato. Accade un evento tragico: un branco di renne viene decimato da un treno di minerali. Ciò porterà a fortissime tensioni all’interno di un clan di pastori di renne. .

Si tratta della sopravvivenza di un popolo di fronte alla voracità delle industrie minerarie?

È un dato di fatto che recentemente in Lapponia è stato scoperto un enorme giacimento di terre rare. Gli svedesi ne hanno bisogno soprattutto per produrre i motori delle auto elettriche. Ad oggi la Cina ne detiene quasi il monopolio. Per la transizione energetica esiste una vera e propria strategia a livello europeo per sviluppare questa tipologia di minerale.

Ma la Lapponia copre circa il 40% del territorio svedese. Possiamo immaginare come ciò possa creare conflitti con interessi diversi che direbbero che non possiamo riservare il 40% del territorio solo alle renne quando abbiamo bisogno di questi minerali. È una fonte inesauribile di conflitti.

È il minerale che stai aiutando a estrarre da questa miniera che vi sta rendendo tutti ciechi e sta uccidendo le nostre renne! E non hai ancora capito che le terre rare che hanno trovato sono proprio sui nostri pascoli?

Un pastore di renne. Estratto dal libro di Olivier Truc “La prima renna”

Anche alcuni allevatori di renne sono costretti a lavorare nella miniera per aumentare il proprio reddito. La lotta sembra completamente impari?

A parte alcuni scettici del clima che puzzano di rancido, tutti vedono che il cambiamento climatico è arrivato e che è urgente adottare misure e il passaggio all’elettricità è una di queste. Ma per queste esigenze sacrificheremo territori dove vive una popolazione di pastori di renne, seppur rispettosa della natura. È assurdo, in nome della transizione ecologica, condanneremo un popolo. Di fronte al rullo compressore di questa necessità di transizione ecologica, i pochi allevatori di renne non avranno molto peso.

Ma questo problema non riguarda solo la Lapponia e la Svezia, ha una portata universale. Questo sta accadendo su scala globale.

“La Prima Renna” è il quinto volume della tua serie. Si può leggere senza aver letto i primi quattro?

Le storie sono tutte indipendenti l’una dall’altra. Nei quattro libri che seguirono “L’ultimo lappone”, mi sono sempre organizzato in maniera sistematica per far sì che ci fossero gli elementi essenziali per comprendere lo sviluppo dei personaggi. A loro non importava il feedback dei lettori che avevano ritirato i libri fuori ordine.

Quali sono gli ingredienti di un buon thriller?

Questa è una domanda molto difficile. Per gusto personale cerco una bella storia che mi coinvolga, personaggi credibili, dialoghi che trattengano l’acqua e voglia di imparare cose. Ciò che mi aspetto anche da un thriller è scavare nel ventre della società per esplorarne le disfunzioni.

Olivier Truc sarà presente anche a:

  • Figeac, 24 ottobre alla libreria Le livre en fête
  • Agde il 25 ottobre presso la libreria La Promenade au Phare
  • Montpellier, 30 ottobre, alla libreria La Cavale
  • Montpellier, 5 dicembre alla libreria Opuscule

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