Questa vicenda colpì particolarmente la star americana Kim Kardashian, che in un’intervista a NBC News, difese i due assassini: “Siamo tutti, come esseri umani, il prodotto delle nostre esperienze. Entrambi i fratelli hanno subito per anni pesanti abusi emotivi, fisici e sessuali da parte dei loro genitori. Temevano davvero per la propria vita. Hanno scelto quella che in quel momento sembrava loro l’unica via d’uscita. Un modo orribile per sfuggire a un terribile incubo.”
“La Storia di Lyle ed Erik Menendez”: il secondo sanguinoso capitolo dell’antologia “Monsters”
La star va oltre in queste osservazioni e ritiene che il processo all’epoca fosse ingiusto, perché le prove dell’abuso sessuale “erano state ritenute inammissibili” : “Alcuni testimoni del primo processo non hanno nemmeno potuto parlare degli abusi. Questo non mi sembra giusto. La giuria quindi non ha avuto accesso a prove importanti. Per finire, il pubblico ministero li ha scherniti nella sua argomentazione conclusiva , affermando che non potevano provare l’abuso, ma semplicemente non avevano il diritto di farlo.
L’imprenditrice, che ha iniziato a studiare giurisprudenza diversi anni fa, non si muove e si rammarica che i Menendez siano descritti come “mostri”: “Sono stati descritti come “due figli ricchi e arroganti che hanno ucciso i loro genitori per avidità”. Non c’era spazio per l’empatia, tanto meno per la simpatia. Tutto era incentrato sul sensazionalismo, era una vera caccia alle streghe. Adesso la loro unica via d’uscita è la morte.”
Il tribunale di Los Angeles sta attualmente esaminando il caso Menendez. Gli avvocati di Lyle ed Erik chiedono che la loro pena venga considerata scontata.
