A Basilea i viaggi di Henri Matisse raccontati in una mostra

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Fine della giornata nel Golfo di Saint-Tropez. Un picnic si conclude mentre il cielo si adorna di mille e uno colori, riflessi nel mare come in uno specchio. La sabbia prende fuoco, avvolgendo i corpi languidi di giovani donne rosso brillante e giallo come le ultime luci di un sole al tramonto. Dipinta nell’autunno del 1904 nel suo studio parigino, l’opera germogliò nella mente di Matisse durante l’estate durante il suo soggiorno a casa del suo amico Paolo Signacche lo introdusse poi alle teorie del neoimpressionismo.

Questo dipinto intriso della luce infuocata del sud della Francia impegna l’artista in una ricerca cruciale: la liberazione del colore. Soprattutto, apre una finestra su un paese immaginario che l’artista continuerà a reinventare nel corso della sua carriera, un Eden sognato con il motto: Lusso, calma e piacere.

Una vita scandita dai viaggi

Henri Matisse, La finestra aperta, Collioure1905

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Huile sur toile • 55,3 × 46 cm • Coll. Galleria Nazionale d’Arte, Washington • © Succession H. Matisse / © Adagp, Parigi 2024 / Foto per gentile concessione della Galleria Nazionale d’Arte

“Figlia mia, sorella mia / Pensa alla dolcezza / Di andarci a vivere insieme! / Ama a tuo piacimento / Ama e muori / Nel paese che ti somiglia! » Famosa poesia di Charles Baudelaire pubblicata nel I fiori del male nel 1857, a cui fa diretto riferimento il titolo di quest’opera, precursore del Fauvismo, L’invito al viaggio è il filo conduttore della mostra dedicata questo autunno dalla Fondazione Beyeler, vicino a Basilea, a Henri Matisse (1869–1954) – la prima retrospettiva in quasi vent’anni in Svizzera. Dipinti, ma anche sculture e ritagli di carta: il viaggio cronologico ripercorre quasi sei decenni di creazione in 72 opere scandito dai numerosi viaggi intrapresi dall’artista. Perché è nell’“altrove” che questo bambino del nord ha trovato l’essenza della sua arte.

Se fin dal Rinascimento il viaggio ha occupato un posto preponderante nella formazione dei pittori, esso si è affermato con Matisse come il condizione sine qua non del suo approccio artistico. Francia meridionale, Italia, Nord Africa…: la carriera del maestro ruota attorno a questi numerosi viaggi avanti e indietro tra lo spazio familiare della sua bottega e regioni più o meno remote – un continuo andirivieni che si incarna nella modello di finestra apertaonnipresente nella sua opera e che risuona come l’eco di un richiamo lontano.

Henri Matisse, Figura decorativa su sfondo ornamentaletra il 1925 e il 1926

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Olio su tela • 130 × 98 cm • Coll. Centre Pompidou, MNAM-CCI, Parigi • © Succession H. Matisse / © Adagp, Parigi 2024 / Dist. RMN-Grand Palais – stampa / Foto Philippe Migeat

Attraverso il viaggio, Matisse si reinventa, diventando un vero “camaleonte artistico”. Oltre alla sua costante ricerca della luce e dei colori, attinge a questa esperienza dell’ignoto per i motivi che presto appaiono sulle sue tele. Costumi e tappeti orientali, piante tropicali, mobili, emergono così come elementi determinanti nella sua pittura.

Da Collioure a Tahiti

Dalla rivelazione di Collioure, culla del Fauvismo, allo splendore di Tahiti, questo “paese superbo e pieno di noia”, il visitatore intraprende un sontuoso viaggio nel cuore dell’opera del maestro, ripercorrendo le orme di questo viaggiatore instancabile. Unico rammarico: l’omissione del soggiorno di Matisse in Corsica nell’inverno del 1898, tappa decisiva del suo viaggio… La mostra, però, brilla per il numero di capolavori riuniti. Proveniente dagli Stati Uniti, il Grande nudo sdraiato (nudo rosa) (1935), Il Grande Abito Blu e le Mimose (1937), et Interno con tenda egiziana (1948) fecero quindi tappa alla Fondazione Beyeler, così come un certo numero di tesori provenienti da collezioni private, come ad esempio Il servizio (1896–1897) prestato raramente.

Henri Matisse, AcantiHenri Matisse, Acanti

Henri Matisse, Acanti1953

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Carboncino, carte ritagliate dipinte a tempera su carta intelata • 311,7 × 351,8 cm • Coll. Fondazione Beyeler, Basilea • © Succession H. Matisse / © Adagp, Parigi 2024 / Foto Robert Bayer

Momento clou della mostra: l’ultima sala dedicata a guazzi tagliatiche occuperà l’artista fino al suo ultimo respiro. Oltre a tre splendidi Nudi blu, acanto e alghe colorate proliferano con gioia sulle immacolate guide per quadri, come un tempo ricoprivano le pareti dell’atelier dell’artista sulle alture di Nizza. Proiettato in un’ultima sala ripercorre i suoi vari viaggi in giro per il mondo utilizzando strumenti digitali, spostare filmati d’archivio mostrano l’artista che arriva alla sera della sua vita, brandendo instancabilmente le lame delle forbici. “Creando queste carte ritagliate e colorate, mi sembra di dirigermi felicemente verso ciò che ci aspetta”, ha confessato poco prima della sua morte – un viaggio finale, questa volta senza ritorno.

Freccia

Matisse – Invito al viaggio

Dal 22 settembre 2024 al 26 gennaio 2025

www.fondazionebeyeler.ch

Fondazione Beyeler • 101 Baselstrasse • ​​​​4125 Riehen
www.fondazionebeyeler.ch

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