Morte a 18 anni di Muriel Furrer: “Ho avuto modo di parlare…” Le pesanti confessioni di un giovane ciclista dopo la tragica morte ai Mondiali

Morte a 18 anni di Muriel Furrer: “Ho avuto modo di parlare…” Le pesanti confessioni di un giovane ciclista dopo la tragica morte ai Mondiali
Morte a 18 anni di Muriel Furrer: “Ho avuto modo di parlare…” Le pesanti confessioni di un giovane ciclista dopo la tragica morte ai Mondiali
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l’essenziale
La morte della giovane svizzera, morta dopo una caduta nel corso di una gara junior dei Campionati del mondo, ha scioccato il gruppo.

Rabbia venata di forte emozione. Questo venerdì 4 ottobre un giovane ciclista professionista ha espresso i suoi sentimenti dopo la tragica morte della sua giovane collega svizzera Muriel Furrer. La giovane, appena 18enne, è morta giovedì 26 settembre, in seguito ad una caduta durante la gara junior dei Mondiali di ciclismo a Zurigo.

Sono in corso le indagini e, secondo le prime informazioni, quel giorno Muriel Furrer è uscita violentemente dalla strada, ed è rimasta sola per lunghissimi minuti, senza assistenza, sul luogo della tragedia.

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Anche lui giovanissimo, 20 anni, l’italiano Andrea Raccagni Noviero ha fatto parlare il suo dolore, sul social Instagram. “È passata una settimana (dalla morte, ndr) e a parte qualche articolo non ne parla più nessuno. […] Forse questo post non sarà utile come vorrei, ma almeno mi darà l’opportunità di chiedere scusa a Muriel e alla sua famiglia. Perché come ho detto è anche colpa mia e di tutti gli altri piloti che non hanno mai parlato di evidenti questioni di sicurezza.”

Il giovane corridore qui esprime i suoi timori sulla sicurezza dei corridori. C’è chi ritiene che siano richieste prestazioni e velocità sempre più elevate, senza che le piste e le condizioni di gara vengano adattate.

“Mi sento in colpa per questo”

“È anche colpa nostra. Se siamo arrivati ​​a questo punto è perché non ci sforziamo nemmeno di cambiare le cose. Tutti sanno cosa è successo a Zurigo qualche anno fa. Giorni non posso dire molto di più perché l’inchiesta è in corso” e non ho gareggiato in questa gara specifica, ma posso parlare di ciò che ho vissuto da ogni atleta che ha corso la gara: guarda come me ha messo in pericolo la sua vita durante una discesa che NON aveva senso essere lì, e tutti lo sapevano Esso.”

E continua: “Noi facciamo uno sport che è già molto pericoloso e nel momento esatto in cui decidi di fare una gara sai quali rischi stai correndo, ma questo è diverso. Vuol dire solo che le persone che corrono i rischi Le nostre decisioni non hanno assolutamente alcuna preoccupazione per la nostra sicurezza e noi stessi non abbiamo rispetto per le nostre vite.”

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“Noi lo accettiamo e basta, ma è quello che vogliamo? Non è certo la famiglia di Muriel, alla quale porgo le mie più sentite condoglianze, e allo stesso tempo mi scuso, perché ho avuto l’opportunità di parlare e non l’ho fatto prima E voglio anche scusarmi con te, Muriel, perché come ogni altra diciottenne, meritavi di vivere la tua vita al massimo e non posso perderla in questo modo, e mi sento in colpa per questo.

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