Ruben Barrouk sull'ultima ebrea di Marrakech, Justine Augier e il caso del cementiere Lafarge accusato di aver finanziato lo Stato islamico, Yves Ravey e la sua meccanica di precisione.
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Pubblicato il 09/11/2024 alle 17:57
Tempo di lettura: 3 min
Tutto il rumore di Guéliz ***
Ruben Barrouk
Ultima ebrea del quartiere Guéliz di Marrakech, la nonna sente un rumore di cui non riesce a trovare l'origine ma la cui presenza la turba profondamente. Rifiuta l'ipotesi di un tinnito o di qualsiasi altra spiegazione razionale. C'è qualcosa di anomalo lì. Sua figlia e suo nipote vengono da Parigi, cosa che non facevano da molto tempo, per risolvere l'enigma o, almeno, rassicurare la vecchia signora. È soprattutto un'occasione per trovare ciò che, del passato, ha lasciato tracce. Non molto, a dire il vero, perché i tempi sono cambiati. “Prima, ebrei e arabi si amavano. Avevamo finito tutti per dimenticare le nostre insignificanti differenze, cedendole volentieri all'immaginazione degli altri, credendo che non sarebbero mai riemerse. Tutto ci univa”. Nel 1967, la guerra dei sei giorni aveva già scosso questa solidarietà. Una nostalgia malinconica abita un primo romanzo di estrema sensibilità tradotto in momenti di grazia in una lingua duttile.
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