Il Deauville American Film Festival sta vivendo il suo restyling post-#metoo

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A Deauville (Calvados), 7 settembre 2024. LOU BENOIST / AFP

La pioggia ha svuotato la spiaggia e inzuppato il tappeto rosso che porta al cinema. I gabbiani volteggiano, orfani, spazzando via le raffiche di vento, ma al bar del Normandy, l'hotel di punta del gruppo Barrière, grande mecenate del Deauville American Film Festival (Calvados) – che si tiene fino al 15 settembre –, si festeggia: gli americani, appunto, sono tornati.

Dopo gli anni del Covid-19, lo sciopero degli sceneggiatori e poi degli attori di Hollywood del 2023 ha nuovamente tenuto lontani i grandi nomi che da mezzo secolo calcano il palcoscenico della località balneare della Normandia.

Ecco quindi arrivare Michael Douglas, James Gray, Michelle Williams, Natalie Portman, Francis Ford Coppola, Daisy Ridley (britannica, ma star di Guerre stellari), Sean Baker – il regista diAnoraPalma d'oro a Cannes – e la sua attrice Mikey Madison, Malia Ann (alias Obama, figlia dell'ex presidente degli Stati Uniti, venuta a presentare il suo cortometraggio, Il cuore), Sebastiano Stan (Capitan America)… Per non parlare dei registi di cui si sa ancora poco o niente sui film presentati in concorso.

Un’“indagine interna”

Tutto cominciò nel 1974, quando Lionel Chouchan, un dirigente pubblicitario – e Norman – e il suo amico André Halimi (1930-2013), un critico cinematografico, proposero il loro progetto di festival cinematografico al sindaco di Deauville, Michel d'Ornano (1924-1991). Come scrive oggi la moglie dell'ex ministro, Anne d'Ornano, nell'introduzione a un libro di Gilles Penso, Deauville, 50 anni di cinema americano (Michel Lafon, 176 pagine, 35 euro), “A Michel l’idea piacque subito, ma, con cautela, chiese a Claude Lelouch e Philippe Labro cosa ne pensassero. Entrambi erano entusiasti.”. Il 2 settembre 1975, la storia inizia. Con Nashvilledi Robert Altman, Guerra e amoreil Woody Allen, Jonathan Livingston il gabbianodi Hall Bartlett…

Leggi anche, nel 2023: Articolo riservato ai nostri abbonati Il Deauville American Film Festival interrotto dallo sciopero degli attori e degli sceneggiatori di Hollywood

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Un 50e edizione, quindi. Che segna anche una svolta. Perché in questo libro commemorativo pubblicato in agosto manca in modo evidente un nome: quello di Bruno Barde. Tuttavia, l'uomo dirigeva il festival da trent'anni, da quando Lionel Chouchan gli aveva dato le redini nel 1995. Il direttore è stato sollevato dall'incarico a metà giugno, in attesa delle conclusioni di un “indagine interna” dopo la pubblicazione da parte di Mediapart di una serie di testimonianze che lo incriminano. Sette giovani dipendenti denunciano comportamenti assimilabili a molestie sessuali: gesti inappropriati, commenti sessisti, proposte inappropriate. Non è stata presentata alcuna denuncia, la persona interessata nega, ma l'organizzazione non ha esitato a chiedergli di farsi da parte immediatamente.

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