Pogacar completa una delle più grandi stagioni della storia al Giro di Lombardia

Pogacar completa una delle più grandi stagioni della storia al Giro di Lombardia
Pogacar completa una delle più grandi stagioni della storia al Giro di Lombardia
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Una dimostrazione finale per la strada? Il Giro di Lombardia, ultimo Monumento della stagione, offre a Tadej Pogacar l’opportunità di completare sabato una delle più grandi stagioni della storia del ciclismo.

Sulle sponde del Lago di Como, dove si svolgerà la 118esima edizione della “classica delle foglie morte”, lo sloveno, tre volte vincitore uscente, può scrivere un nuovo capitolo del suo libro “All’inseguimento dei più grandi” eguagliando Fausto Coppi , il “Campionissimo”, l’unico ad aver vinto la corsa per quattro anni consecutivi, alla fine degli anni Quaranta.

Che sia lui il favorito in modo schiacciante ha senso.

Perché sente che “le gambe sono ancora molto buone” all’inizio del più montuoso dei cinque Monumenti, mentre i suoi rivali come Remco Evenepoel iniziano a pedalare sul bordo e che Primoz Roglic, Jonas Vingegaard, Mathieu van der Poel o Julian Gli Alaphilippe sono già in vacanza.

Ma soprattutto perché ha cambiato ancora dimensione nel 2024 per raggiungere un livello stratosferico permettendogli di firmare una delle più grandi stagioni di tutti i tempi.

– Una valutazione spaventosa –

Ha iniziato l’anno vincendo la Strade Bianche con un raid in solitaria di 81 chilometri. Seguito da una vittoria al Giro della Catalogna con quattro tappe da completare. Ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi, poi ha ottenuto una doppietta Giro-Tour de France, mai vista dal 1998, vincendo sei tappe ogni volta lungo il percorso. Ha vinto il Gran Premio di Montreal, i Campionati del Mondo attaccando a 100 km dal traguardo e infine il Giro dell’Emilia dopo un’altra fantastica corsa, specialità della sua casa.

Alla fine i risultati sono semplicemente spaventosi: ha gareggiato in dieci eventi nel 2024 e ne ha vinti otto, per un totale di 24 successi, contando le tappe. Il miglior totale in un anno dai tempi del velocista italiano Alessandro Petacchi nel 2005.

È stato battuto solo da Jasper Philipsen alla Milano-Sanremo (3°), Michael Matthews al GP del Quebec, dove il suo settimo posto è il suo peggior risultato dell’anno, e… la pioggia martedì alle Trois Vallées varésines durante una gara interrotta dal maltempo.

Dobbiamo tornare molto indietro, probabilmente alle grandi annate di Eddy Merckx negli anni ’70, per trovare una stagione così cannibalistica e completa.

Lo sloveno è già il primo corridore nella storia del ciclismo ad aver vinto Giro, Tour, Mondiali e almeno una Monumento nello stesso anno.

Lo stesso grande Eddy si è inchinato dopo i Mondiali dichiarando che Pogacar era ormai “sopra”, anche se poi ha qualificato le sue parole specificando che si riferivano solo al pilota solitario dello sloveno da 26 anni a Zurigo.

Parlando alla stampa venerdì, Pogacar si è detto “lusingato” di essere paragonato a Merckx. “Ma stiamo parlando di un’altra epoca di cui non so quasi nulla. Non mi paragonerò mai a nessuno. Voglio solo essere il migliore del momento”, ha aggiunto.

– Stanchezza –

Il gruppo inizia ad ammettere la propria stanchezza.

“Tutti avvertono una certa stanchezza. Sul serio? Ancora una volta?”, ha sospirato questa settimana l’americano Larry Warbasse nel podcast “The Cycling Podcast”.

“Quando ha iniziato a vincere, tutti si sono detti: dobbiamo anticipare, ma ora lui anticipa le anticipazioni, ha vinto la gara prima che qualcuno potesse provare qualcosa”, ha aggiunto il corridore del team Decathlon -AG2R che dice di credere nell’integrità di lo sloveno, a volte messo in dubbio dato il suo dominio in uno sport a lungo afflitto dal doping.

“Ovviamente ci saranno sempre persone che cercheranno spiegazioni più oscure, soprattutto nel ciclismo, ma penso che sia proprio il più dotato tra noi”.

“Il ciclismo è vittima del suo passato. Non c’è fiducia e non so cosa possiamo fare per riconquistarla”, ha commentato venerdì Pogacar, ripetendo di aver trovato “stupido” mettere in gioco la sua “salute per dieci anni”. anni di carriera”.

Al Giro di Lombardia, su un percorso nuovo, leggermente modificato venerdì a causa delle piogge dei giorni scorsi ma comunque molto difficile, tutti si aspettano un nuovo saggio dello sloveno. La questione principale – se non unica – sembra riguardare la località precisa tra Bergamo e Como dove collocherà la sua accelerazione.

Il passo di Sormano (12,9 km al 6,4%) lampeggia di rosso su tutti i radar. Saremo quindi a poco meno di cinquanta chilometri dal traguardo. Una distanza diventata ormai un luogo comune per Pogacar 2024.

jk/alh

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