giurisprudenza poco favorevole alle “vittime”

giurisprudenza poco favorevole alle “vittime”
giurisprudenza poco favorevole alle “vittime”
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Il 9 dicembre, la cassa nazionale d’indennizzo per infortuni medici è stata condannata a pagare 62.000 euro a una donna dell’Audoise per risarcire un danno e una malattia direttamente imputabili alla vaccinazione. Una rarità nel panorama giudiziario.

Nell’ottobre 2023, ascoltati da Assemblea e Senato nell’ambito di una relazione dell’Ufficio parlamentare per le scelte scientifiche e tecnologiche sulla “gli effetti avversi dei vaccini e gli ultimi sviluppi delle conoscenze scientifiche sul Covid-19”, Il direttore dell’Ufficio nazionale per il risarcimento degli infortuni sanitari, delle patologie iatrogene e delle infezioni nosocomiali (Oniam) ha menzionato 53 azioni legali registrate al 30 settembre. Che, secondo il responsabile dell’ufficio, “dimostrare il corretto funzionamento della procedura amichevole”. Da confermare, visti i termini della procedura amichevole che, tra il 2021 e il 2023, sono passati da 2,1 a 9 mesi. Resta una certezza. La giurisprudenza al momento è poco favorevole a chi dichiara di essere vittima di una patologia legata alla vaccinazione contro il Covid-19.

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L’anno scorso, i tribunali amministrativi di Cergy-Pontoise, due volte in aprile, di Bordeaux, in maggio, di Amiens, in giugno, di Montreuil, in ottobre, e perfino di Caen, in novembre, si sono pronunciati su richieste di perizie, secondo pareri o risarcimenti diretti per pazienti affetti da sindrome di Guillain Barré (danno ai nervi che porta alla paralisi), dermatomiosite (danno infiammatorio non infettivo dei muscoli e della pelle), trombosi venosa o addirittura Malattia di Creutzfeldt-Jakob (degenerazione del sistema nervoso centrale). Tanti ricorrenti si sono impegnati contro Oniam, sostenendo la causalità tra malattia e vaccinazione. Con, per l’affare Bordeaux, una intrigante quanto eccentrica richiesta di 2,3 miliardi di dollari chiesti alla Pfizer e 10 milioni di euro a Oniam per “Parametri spermatici che sarebbero crollati dopo le tre dosi”.

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Resta il fatto che, in tutti questi casi, le richieste sono state respinte. Solo il tribunale amministrativo di Pau, nell’agosto 2024, ha deferito, a causa del luogo della vaccinazione, la richiesta di risarcimento pari a 164.872 euro al tribunale di Poitiers. Abbastanza per contestualizzare la rarità della decisione del 9 dicembre 2024, a Montpellier, e della condanna di Oniam a pagare 62.000 euro a Virginie Cathala, ex infermiera dell’Aude affetta da sindrome da tachicardia posturale ortostatica (PoTS) in seguito alla sua vaccinazione del 21 gennaio, 2021. Dobbiamo trovare un’altra decisione del tribunale di Montpellier del 23 dicembre per trovare una decisione relativa alla vaccinazione contro il Covid-19 e favorevole ad un richiedente. Ma il paziente, vaccinato nell’agosto 2021 a Perpignan, aveva poi “soltanto” sollevato l’uso della siringa “sporco”. Un punto che ha portato il centro ospedaliero a essere condannato a pagargli 1.000 euro e a rimborsare quasi 1.000 euro al CPAM de la Haute-Garonne, a causa dei test di screening dell’epatite C e dell’HIV e del monitoraggio regolare. nel reparto di malattie infettive e tropicali di cui soffriva il ricorrente. Abbastanza per generare “angoscia”e giustificare i 1.000 euro da pagare.

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