Covid e annullamento delle gite scolastiche

Covid e annullamento delle gite scolastiche
Covid e annullamento delle gite scolastiche
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Qa quattro anni e mezzo dalla comparsa della pandemia di Covid-19, i tribunali civili stanno ancora risolvendo le controversie tra i consumatori che, per paura del virus, hanno annullato le loro vacanze, e le agenzie di viaggio, che ritenevano possibile la loro partenza.

I magistrati devono chiedersi se, alla data del viaggio, “circostanze eccezionali ed inevitabili verificatesi nel luogo di destinazione o nelle sue immediate vicinanze, [auraient] conseguenze significative sull’esecuzione del contratto »come previsto dall’articolo L211-14 del codice del turismo.

Versare “apprezzare la probabilità” morte “conseguenze”devono “mettiti nella prospettiva di un viaggiatore medio, normalmente informato”ma non tengono conto di ciò che è accaduto dopo la risoluzione, come raccomandato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea il 29 febbraio (C-584/22).

Hanno fatto così i magistrati della Corte d’appello di Saint-Denis de la Réunion quando, il 23 agosto, hanno respinto la richiesta di rimborso del collegio cattolico Saint-Michel? La direzione di quest’ultima ha dubbi ed esita a presentare ricorso in cassazione.

Cronaca | Articolo riservato ai nostri abbonati Annullamento viaggio: con o senza penali?

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Il 18 giugno 2019, il collegio ha concluso un contratto di viaggio tutto compreso con la SARL Voyages Villages Vacances, affinché trentasei studenti universitari di 5 annie e 4e e quattro accompagnatori soggiornano nella Francia metropolitana, dal 4 al 15 marzo 2020. Il contratto comprende trasporto, alloggio, ristorazione, nonché visite a Parigi e lezioni di sci sulle Alpi.

Assenza di «cluster»

A pochi giorni dalla partenza, il direttore e i genitori interessati sono preoccupati per la situazione in Francia. Il 2 marzo 2020 il direttore è stato informato dal rettorato che “I viaggi all’estero e in Francia in cluster sono sospesi fino a nuovo avviso”.

Il 3 marzo 2020 annulla il viaggio e chiede il rimborso (quasi 72mila euro). L’agenzia lo rifiuta, questo “non trovarsi né all’estero né in uno dei cluster individuati dal governo” (Oise e Alta Savoia), poiché le località di destinazione sono Parigi e Val-Cenis (Savoia).

Il collegio assegna l’agenzia. Il suo avvocato, Me Annie Khayat-Tissier, sostiene che, dal 29 febbraio 2020, la metropoli è passata alla fase 2 del piano di prevenzione (mentre Reunion era alla fase 1), che ha caratterizzato un “circostanza eccezionale”ai sensi della direttiva europea sui viaggi tutto compreso (articolo 12 e considerando 31), probabilmente avrà conseguenze significative sull’esecuzione del pacchetto, poiché “non consentire viaggi sicuri”.

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