Procure fraudolente a Marsiglia: numerose le assoluzioni supplicate

Procure fraudolente a Marsiglia: numerose le assoluzioni supplicate
Procure fraudolente a Marsiglia: numerose le assoluzioni supplicate
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La maggior parte degli avvocati dei 13 imputati venerdì hanno chiesto l’assoluzione nel caso di deleghe fraudolente che avevano sconvolto le elezioni municipali del 2020 a Marsiglia, molti sottolineando il “caos” che ha prevalso nel mezzo del Covid-19.

La sentenza è stata riservata e sarà pronunciata il 27 gennaio.

Giovedì il pubblico ministero aveva chiesto la condanna di 12 delle persone indagate, con la requisitoria più severa per l’ex deputato di LR ed ex sindaco dell’11/12 arrondissement di Marsiglia Julien Ravier: tre anni di pena sospesa e una condanna pena massima di ineleggibilità di 10 anni.

I suoi avvocati hanno chiesto l’assoluzione, in conformità con le sue dichiarazioni al tribunale in cui ha assicurato di non sapere nulla di questo sistema di deleghe fraudolente messo in atto, secondo lui, a sua insaputa dai suoi team durante queste elezioni molto vicine che stavano per vedere la seconda città della Francia girare a sinistra, dopo un quarto di secolo di regno di LR Jean-Claude Gaudin.

Clientelismo a Marsiglia

Julien Ravier ha dato “zero istruzioni”, mi assicura Philippe Bonfils che ha attaccato il merito della causa, ritenendo che “la coazione non regge”.

“Si sta tendendo a utilizzare questo dossier per giudicare il clientelismo in politica, o addirittura il clientelismo a Marsiglia. Ma questo non è affatto il processo”, ha insistito, quando è stato interrogato dall’AFP a margine dell’udienza.

Gli imputati erano sotto processo da lunedì per aver creato, in varia misura, una vera e propria “fabbrica di deleghe”, come l’ha definita il procuratore, a favore della candidata sindaco senza successo, Martine Vassal, attuale presidente del dipartimento delle Bouches. -du-Rhône e la metropoli, che non si preoccupava di questa questione.

Procure a nome degli ospiti delle case di cura

Particolarmente scioccante è stata la redazione di una cinquantina di procure a nome di ospiti di case di cura senza il loro consenso, la maggior parte dei quali soffriva di malattie simili all’Alzheimer.

Anche l’avvocato del direttore della casa di riposo è uno dei pochi a non chiederne la scarcerazione, riconoscendo una “leggerezza”, “una colpa”.

Ma per Marc Bollet, uno degli avvocati di Yves Moraine, l’altro ex sindaco del settore processato, “niente nel dossier caratterizza un’organizzazione strutturata, tutto questo è più caos che un’organizzazione metodica”.

La condanna richiesta contro il signor Moraine (tre mesi con sospensione condizionale e 18 mesi di ineleggibilità) è “sproporzionata” e suona come una “condanna a morte politica” di questo caro amico di Jean-Claude Gaudin, ha detto l’altro suo avvocato Olinka Malaterre.

“Questo dossier non è lo stesso al di fuori del periodo Covid”, ha insistito il signor Olivier Danjou, l’avvocato del comandante della polizia Roland Chervet che ha convalidato queste procure al di fuori di qualsiasi quadro giuridico.

con © Agenzia France-Presse

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