Due reti di abbonamenti sanitari falsi giudicate davanti al tribunale di Orléans

Due reti di abbonamenti sanitari falsi giudicate davanti al tribunale di Orléans
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Due settori I documenti sanitari falsi sono stati giudicati martedì davanti al tribunale di Orléans. I fatti risalgono al settembre 2021, durante l’epidemia di Covid. Il primo settore coinvolge due persone tra cui un’infermiera liberale di Saint-Jean-de-Braye. Nell’altra rete il falsario non è stato identificato, ma tre uomini rivendevano documenti falsi, in particolare tramite Snapchat. In totale, cento passaggi falsi sarebbero stati venduti in media a 300 euro ciascuno. L’accusa ha chiesto condanne da 18 mesi con sospensione condizionale a 20 mesi di carcere. La sentenza sarà pronunciata il 6 giugno.

Da una parte ci sono due amici di lunga data, un meccanico di Orléans e un’infermiera liberale di Saint-Jean-de-Braye. Mentre il suo garage va in fallimento, gli viene l’idea di questi falsi abbonamenti sanitari. “Il periodo era complicato, avevo un’amica che faceva l’infermiera” dice al bar. All’inizio la badante è riluttante ma alla fine accetterà, “L’ho fatto per i collegamenti che abbiamo, aveva pagato le mie bombole per andare a Parigi durante il mio allenamento“.

Da 250 a 350 euro per unità

L’indagine, iniziata con un rapporto, farà luce su una rete completamente diversa e indipendente. È composto da tre persone, due delle quali con lunghi precedenti penali, condannati in particolare per casi di terrorismo. Uno degli imputati, che vive a Fresnes (94), si è ripreso documenti di un falsario che rivende. Con la sua complicità, gli altri due svolgono il ruolo di intermediari in famiglia o sui social network.

Non è stato stabilito il volume preciso dei passaggi falsi. Per la prima rete ne sono state individuate una cinquantina, per la seconda tra 70 e 80. I prezzi variano dai 250 ai 350 euro al pezzo per quelli venduti dalla coppia di amici. Negli altri traffici gli abbonamenti venivano acquistati a 150 euro e rivenduti a 160 euro. Due truffe il cui importo è lontano da quello di una rete giudicata lo scorso febbraio a Parigis con 120.000 documenti falsi per 22 milioni di euro di profitti.

Per l’infermiera è necessaria la sospensione della pena detentiva

Rimani qui mettendo in pericolo la vita degli altri in un contesto molto specifico. “La Francia è in lockdown, ogni sera in tv si fa la conta dei morti“ricorda il pubblico ministero. C’era infatti la volontà secondo il magistrato di”approfittare di una situazione drammaticaDavanti al tribunale tutti gli imputati hanno detto “rimpiangere un errore oggi“, senza aver misurato le conseguenze.

L’accusa ha chiesto condanne che vanno 18 mesi di carcere sospesi fino a 20 mesi di carcere. Per i periodi fermi non è stato richiesto alcun mandato di deposito, sono tutti convertibili. Il tutto accompagnato da multe da 1.000 a 5.000 euro a seconda dei casi. Nessun divieto di attività fisica non è stato richiesto contro l’infermiera liberale. La sentenza sarà pronunciata il 6 giugno.

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