I rettori per una soluzione transitoria al decreto paesaggio

I rettori per una soluzione transitoria al decreto paesaggio
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Il consiglio dei rettori francofoni (CREF) raccomanda, di fronte alle attuali tensioni all’interno della maggioranza attorno al decreto Paesaggio, aggiustamenti limitati alle norme sul finanziamento agli studenti piuttosto che una messa in discussione globale della riforma 2021 o l’imposizione di una moratoria, come voluto dal PS e da Ecolo.

“La soluzione (…) non sta nel rimettere in discussione la riforma due mesi prima della sessione d’esami, né in una moratoria generale”, dicono martedì i rettori in un comunicato stampa. Per loro, le difficoltà specifiche incontrate da alcuni studenti sono legate al passaggio dal regime del Paesaggio iniziale a un regime del Paesaggio riformato o all’impatto della pandemia di Covid-19 sull’orientamento e sull’apprendimento degli studenti.

Alte tensioni

“Per rispondere a queste situazioni di emergenza, il CREF ritiene che la soluzione (…) risieda nell’attuazione di una fase di transizione per alcuni gruppi, di istruzioni specifiche per situazioni particolari e di un allentamento delle condizioni di “finanziabilità” in caso di riorientamento verso un altro tipo di educazione”, prosegue il testo dei rettori delle cinque università della Vallonia e di Bruxelles. Il governo della Federazione Vallonia-Bruxelles è tormentato da due settimane da forti tensioni tra i partner PS ed Ecolo da un lato, e MR dall’altro.

Socialisti ed ecologisti hanno presentato martedì scorso al Parlamento una proposta di decreto volta a introdurre una moratoria di un anno sugli effetti del decreto Paesaggio riformato nel 2021 da questi stessi soci di maggioranza. Questo testo, così come un’altra proposta di decreto presentata dall’opposizione del PTB che chiede la revoca della riforma del 2021, dovrà essere esaminato tra una settimana in commissione del parlamento FWB.

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Per i rettori, la forma assunta dal dibattito in corso conferma “l’assenza del senno di poi e di dati attendibili necessari per una discussione informata sugli effetti di questa riforma”. Allo stato attuale, le università affermano di non essere in grado di valutare “l’impatto reale” della riforma applicata dall’inizio dell’anno scolastico 2022. I rettori chiedono quindi il “tempo necessario” per poter in particolare tenere conto dei risultati dell’anno accademico in corso.

Belga –

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