Ebbene, dopo la sua morte, Jean-Luc Reichmann (63 anni) è stato molto chiaro riguardo a Jean-Luc Delarue: “Lui, lui…

Ebbene, dopo la sua morte, Jean-Luc Reichmann (63 anni) è stato molto chiaro riguardo a Jean-Luc Delarue: “Lui, lui…
Ebbene, dopo la sua morte, Jean-Luc Reichmann (63 anni) è stato molto chiaro riguardo a Jean-Luc Delarue: “Lui, lui…
-

Di Elsa Girard-Basset | Giornalista web

In oltre 30 anni di carriera, Jean-Luc Reichmann ha ovviamente lavorato al fianco di alcuni degli animatori più influenti del suo tempo. È il caso, in particolare, di Jean-Luc Delarue, l’enfant prodige della televisione divenuto poi una delle sue tragedie. Nel 2020, 8 anni dopo la morte dell’ospite, Reichmann ha evidenziato la principale differenza tra loro.

Riconosciuto all’unanimità dalla professione e dal pubblico come uno dei precursori della televisione degli anni ’90, Jean-Luc Delarue aveva tutto per condurre una carriera lunga e di successo: un volto, un carisma, idee e una forte etica del lavoro. Purtroppo per lui, il parigino si è lasciato catturare dai suoi demoni, proprio quelli che lo hanno portato alla morte a soli 48 anni.

Non lontano da lì, su un canale concorrente, tracciava la sua strada un modello di coerenza: Jean-Luc Reichmann. E se i due uomini condividevano la stessa professione e lo stesso nome, avevano però una personalità molto diversa. E proprio questo ha spiegato l’attuale responsabile di “12 coups de midi”.

Jean-Luc Reichmann sottolinea la sua grande differenza con Jean-Luc Delarue

In un’intervista rilasciata a “Gala” nel 2020, il celebre conduttore aveva infatti evidenziato il modo molto diverso di fare le cose tra lui e Delarue:

Rimanere fedele a se stessi non ha prezzo. Quando ero più giovane, la moda in TV riguardava il genere ideale. La gente amava Jean-Luc Delarue. Ci conoscevamo. Aveva una sorta di doppia vita, due facce. Lo stupiva sempre il fatto che, da parte mia, non mi nascondessi.

Leggi anche

Licenziato dalla tv, Philippe Risoli esprime la sua opinione su Nagui e Reichmann: “Hanno…”

Ero lo stesso, in ogni circostanza, piuttosto in contanti. Oltre a ciò, non ho toccato droghe. Devo aver fumato due tiri d’erba da adolescente e mi ha fatto star male.

A differenza del suo defunto omologo, Reichmann si è sempre concentrato sulla trasparenza e su una personalità sullo schermo vicina a ciò che è nella vita reale.

Va detto che questo bisogno di autenticità risale a traumi giovanili:

Tutto inizia dal mio punto sul naso. Mi ha fatto molto male quando ero ragazzino. Un insegnante che ti dice in classe: “Il compito, alla lavagna! »Non svanisce mai dalla memoria. Nient’altro che avere una sorella di dieci anni più giovane di me, profondamente sorda. La mia vita è condizionata dalla lotta per l’accettazione della differenza, della disabilità.

A soli 35 anni mi è stato chiesto di ospitare una partita truccando il mio lavoro. Ma dopo sei mesi, un anno, non ne potevo più. Non mi sono riconosciuto. Ho rifiutato il trucco… È finita.

Jean-Luc Delarue lo capì, ma troppo tardi: finì per farsi divorare dal mondo che aveva creato attorno a sé, tra sdoppiamento della personalità e paradisi artificiali di ogni genere. Una fine tragica deplorata da Jean-Luc Reichmann, che ha sempre contato su un’unica parola: autenticità, sia nella vita che sullo schermo. Uuna ricetta vincente.

-

NEXT Krishen Manaroo: il soffio di vita di un giovane giocatore del “Bansuri”.