Sarah Saldmann e François Ruffin arrabbiati durante le riprese: Léa Salamé chiede loro di spiegare il loro disaccordo

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Il resto dopo l’annuncio

Lo spettacolo Che epoca! su 2 questo sabato 9 novembre 2024 ha dato ampio spazio alla promozione dei film documentari Al lavoro !diretto da François Ruffin e Gilles Perret e in cui l’avvocato parigino Sarah Saldmann trascorre diversi giorni svolgendo un lavoro retribuito con un salario minimo, come quello di Louisa Hareb, badante da circa vent’anni. Mettere però in contatto l’avvocato e il giornalista-politico non è stato un compito facile perché, come indica la conduttrice, sono”entrambi un po’ arrabbiati“. Tant’è che colui che interviene anche in Les Grandes Gueules, Cnews, Europa 1 O Non toccare il mio post, scomparso negli ultimi quindici minuti del film. I due interessati lo spiegano davanti alla telecamera.

Il deputato Picardie Debout della prima circoscrizione elettorale della Somme ha iniziato la sua spiegazione ricontestualizzando le cose: “Sapete che il 7 ottobre ho reagito con chiarezza quando ci sono stati i massacri commessi nei kibbutz israeliani e ho detto allora che si trattava di atti terroristici commessi da Hamas, che una vita vale una vita, che le lacrime di una madre israeliana valeva le lacrime di una madre palestinese.” Poi arriva al nocciolo del loro disaccordo: “Perché non posso fare un film umanista qui e non essere umanista là. Per un anno, non abbiamo mai sentito Sarah Saldmann esprimere una parola di empatia per i bambini di Gaza. È capace stasera di avere una parola di empatia per i bambini di Gaza, per gli ospedali distrutti, per le persone che vengono operate senza anestesia? ?”

Sarah Saldmann e François Ruffin, due punti di vista inconciliabili

Léa Salamé chiede poi a Sarah Saldmann come ha vissuto questa estromissione legata al suo sostegno alle politiche di Benyamin Netanyahu: “Ah, Ho avuto una brutta esperienza perché non vedevo il legame tra il film e il conflitto israelo-palestinese.. Non ho proprio visto il collegamento!“Chiarisce che non era lei a voler scomparire dal film:”Quando c’è gente che la pensa diversamente da me, mi confronto con le idee, non dico: ‘No, te ne vai’… In ogni caso lo accetto perché non ho scelta. Allora lo capisco? Non faccio politica e non voglio farlo. Quindi penso che mi dia maggiore libertà.”

Su richiesta di altri relatori, in particolare della giornalista e corrispondente di guerra Maryse Burgot, Sarah Saldmann ritorna sul tema di Gaza e della sua popolazione decimata: “Posso dire che tutto è iniziato il 7 ottobre e che Israele è stata una vittima del 7 ottobre, questo ve lo posso dire. E che quando siamo vittime ci difendiamo e che Israele ha il dovere di difendersi, sì, posso dirglielo.” Aggiunge, spinta dagli altri membri del set a reagire: “Per quanto riguarda i civili palestinesi e di Gaza, ovviamente posso deplorare ciò che sta accadendo. È deplorevole, non c’entrano niente, sono civili. Ma era di questo che parlava il film?

Al che François Ruffin ripete la sua posizione: “Per me non ci sono confini alla mia umanità. Non posso essere un umanista qui e non essere lì. Non farò un secondo film con Sarah a Gaza.” Il compagno di Raphaël Glucksmann chiude l’argomento dibattuto con calma – una volta non è consuetudine data la sua delicatezza – lasciando che gli spettatori vadano a vedere o meno il film At work per giudicare tutto questo.

Questo nuovo numero di Che epoca! riuniti quasi 1,2 milioni di spettatori, ovvero una quota di pubblico del 22,2%. con un picco a 1,7 milioni (32,5 pda) secondo France Télévisions Pro.

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