“È incredibile quanto mi senta protetto, grazie alla musica, da questo mondo pazzo”

“È incredibile quanto mi senta protetto, grazie alla musica, da questo mondo pazzo”
“È incredibile quanto mi senta protetto, grazie alla musica, da questo mondo pazzo”
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Elsa de Lacerda è davanti a noi con la sua nuova frangia nero corvino che troviamo molto appropriata, dato che la stiamo intervistando nel contesto dell’uscita dell’album Kiki a Parigiche ha co-firmato con il mezzosoprano Albane Carrère e la chitarrista Magali Rischette.

Kiki da Parigi? Ascolta quella soprannominata anche Kiki de Montparnasse (1901-1953), l’artista della Parigi dei ruggenti anni Venti, musa dei pittori Fougita e Modigliani, amica del fotografo Brassaï, proprietaria di cabaret, cantante, pittrice, imprenditrice ed emblematica schiena nuda immortalata di Man Ray. Il violino di Ingres, è lei.

“Kiki a Parigi, illustrato dall’immagine del Violino d’Ingres, di Man Ray, che fotografa di spalle l’artista bohémien Kiki de Montparnasse, nel 1924. ©Cyprès

È anche questa immagine del 1924 di cui non si conta più il numero volumetrico di cartoline (e in parte acquistate dalla stessa Elsa de Larcerda) che illustra la copertina di questo singolare oggetto musicale.

“La Libre” dietro le quinte di un’opera alla Monnaie

Genesi e giovinezza

Quando ero adolescente, andai a casa di un amico i cui genitori erano molto bohémien, e avevano questa foto, grande, in bagno. Mi ha segnato questa immagine, anche questa inquietante ambiguità tra la foto e il dipinto. Le ho offerto molto… Allo stesso tempo, volevo lavorare con Albane [Carrère, NdlR]che ha questa voce angelica, e con il quale avevo già vissuto grandi emozioni sul palco. Lei, che si esibisce in tutto il mondo, voleva cantare nella sua lingua madre. È così che è nato il progetto, che racconta la transizione tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, tra la melodia francese, con il suo famoso vibrato roboante, e la canzone popolare. E Kiki fu, a nostro avviso, l’emblema delle icone della canzone francese che sarebbero seguite…

Se il progetto così enunciato non può che suscitare curiosità, non sembra poi così semplice da realizzare. Innanzitutto perché semplicemente non esiste un pezzo che sia stato scritto, nella storia della musica, per questo strumentario che è violino, chitarra e voce uniti. E questo, anche se questi tre strumenti (“la voce è il primo strumento“) hanno qualcosa in comune, portano dentro di sé una dimensione popolare.”Il violino ora ha un’immagine borghese, ma non è sempre stato cosìI nostri tre solisti hanno tutto da inventare e, innanzitutto, chi saranno gli artisti da convocare?

Chiedono a Jean-Luc Fafchamps, pianista e compositore, altrimenti soprannominato il factotum, di proporre suoni, ma anche arrangiamenti che incontreranno i loro preferiti di questo coro femminile. E qui, sul brano, si schierano personalità decisive della canzone francese del XX e XXI secolo. Jane Birkin e lei Quoi, che la voce di Albane Carrère è sublime al punto da farci venire la pelle d’oca. Gall in percussioni corporee, chi Resiste. Brigitte Fontaine urla Conne nel megafono. Edith Piaf,”senza fare troppo, perché Edith è Edith. Ma si noti però che è molto raro, nella musica colta, che il violino o la voce si trovino a cappella.. Boris Vian come poeta e Francis Poulenc arrivano con le loro parole spiritose e le loro buone note, anche se l’album trasuda una libertà di espressione femminile, persino femminista. “Kiki ci dimostra che essere un’artista donna, da una persona all’altra, è tutta un’altra cosa“.

Elsa ritorna da Kiki. “Che vita aveva! Era una fioraia, una domestica (Durante la guerra avvitava anche le ali degli aerei, ndr). Da una casa dove è domestica e maltrattata, si dimette. Quando un compagno non le si addice più, lo lascia, anche a costo di perdere tutto. È l’incarnazione della libertà. E, allo stesso tempo, è una donna normale, non particolarmente bella, ma che coglie ogni opportunità.” Anche una certa incarnazione dell’artista che rischia e con totale impegno. Chiediamo anche a Elsa se questa attività che ha avviato con Albane e Magali non fosse rischiosa. Lei che ha saputo cavalcare l’onda del repertorio classico in cui eccelle come grande violinista accompagnata dal suo Tomaso Carcassi del 1766, per diversi anni.

Né le doppie corde“, estremamente difficile da realizzare e immaginato da Jean-Luc Fafchamps, né l’esposizione in una scelta artistica tagliente, no.”La parte più difficile, o almeno quella che mi richiede più lavoro in questo momento, è cantare.”Resistere”Io sono la seconda voce“.

⇒”Kiki a Parigi”, Albane Carrère, Elsa De Lacerda e Magali Rischette. Un album dei Cipressi.

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