Abbiamo visto il musical “La Haine” ed ecco cosa ne abbiamo pensato

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Il musical “La Haine” ha debuttato alla Seine Musicale, dopo tre anni di lavoro. Lo spettacolo adattato dall’omonimo film del regista Mathieu Kassovitz, a quasi 30 anni dalla sua uscita nelle sale, è un successo.

Uno spettacolo incisivo. In sviluppo da quasi tre anni, “La Haine – Finora nulla è cambiato”, adattato dal film “La Haine”, ha preso il sopravvento sulla Senna Musicale. Trent’anni dopo aver diretto il lungometraggio diventato cult – uscito nel 1995 con il premio per la regia al festival di Cannes, e tre César l’anno successivo compreso quello per il miglior film francese – Mathieu Kassovitz, 57 anni, segno di un successo adattamento scenico, sia artistico che impegnato.

In ambientazioni che combinano proiezioni visive molto cinematografiche e ultrarealistiche, un giradischi e ingegnosi giochi in scatola, Alexander Ferrario, che ha girato con JoeyStarr nella serie “The Substitute”, Samy Belkessa, visto al cinema in “Anti-Squat”, e il il rapper Alivor riesce senza merito a Vincent Cassel, Saïd Taghmaouï e Hubert Koundé nei ruoli principali di Vinz, Saïd e Hubert, giovani suburbani alle prese con la violenza della polizia.

Tre giovani che seguiamo il giorno dopo gli scontri tra la polizia e i giovani di una città, dopo il pestaggio di Abdel Ichaha da parte di un agente di polizia, ritrovandosi tra la vita e la morte.

Uno spettacolo completo

Fedele alla sceneggiatura originale, alla quale si aggiungono numerosi riferimenti all’attualità, questo ambizioso spettacolo traspone il lungometraggio in una decina di scene trasportate da accattivanti coreografie hip hop e da una colonna sonora ad alta quota, intervallata da sequenze narrative che non escludono l’umorismo, così come momenti cult del film, reinterpretati per l’occasione, come la memorabile scena di Vincent Cassel davanti al suo specchio.

Ma più che un semplice adattamento, lo spettacolo di Mathieu Kassovitz, che prevede anche un’apparizione sul palco, è ancorato a un’attualità sempre scottante e ne fa un musical dal messaggio pacifista.

Sotto la guida di Proof, direttore musicale dello spettacolo, lo spettacolo è strutturato attorno a dieci brani rap, elettronici e persino jazz, firmati da grandi nomi dell’hip-hop, da Akhenaton a Oxmo Puccino passando per Youssoupha o il rapper Doria, ma anche Matthieu Chédid, Angelique Kidjo, Chico des Gipsy e la compositrice e pianista Sofiane Pamart.

Tanti brani che affrontano i temi più disparati: gli errori della polizia, il desiderio di vendetta, il sentimento di abbandono e di rabbia, compresa la voglia di costruire un futuro e le scelte da fare, attraverso il titolo “Il dilemma”, una canzone d’amore. dando origine ad una delle tante scene belle di questo spettacolo, o ad un pezzo che dà voce ad un agente di polizia, di Youssoupha, fino al finale struggente e al titolo “L’4mour” del messaggio pacifista scritto da Medine. “Non saremo mai noi contro di loro (…) dobbiamo rompere la narrazione affinché tutti possano tornare in sé (…) finiremo tutti per essere “uccisi” quindi ho solo una cosa da dire: Love”, lancia sul palco il rapper Alivor in questo titolo finale, che offre un intelligente punto finale a questo spettacolo totale.

Perché «Qui nessuno cresce grazie all’odio», ricorda il musical, accolto domenica 13 ottobre con una standing ovation.

In mostra alla Seine Musicale fino al 5 gennaio, “La Haine – Finora non è cambiato nulla” partirà subito in tournée in tutta la Francia.

“La Haine – finora non è cambiato nulla”, fino al 20 ottobre e dal 27 novembre al 5 gennaio, alla Seine musicale, Boulogne Billancourt. In tournée per alcune date a novembre a Marsiglia e Lione e da gennaio 2025 in tutta la Francia.

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