“Aveva questo aspetto diretto, senza artifici. Era un taglialegna che ha deciso di fare arte”

“Aveva questo aspetto diretto, senza artifici. Era un taglialegna che ha deciso di fare arte”
“Aveva questo aspetto diretto, senza artifici. Era un taglialegna che ha deciso di fare arte”
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Ci sono muse professionali, adorate dai pittori e gelose dagli altri. Decenni dopo aver messo piede in un laboratorio, partecipano ancora alle inaugurazioni. Ricordano a chi ascolta il loro glorioso passato, quando posavano per un artista affascinato. Ci sono coloro che la storia ha confinato al rango di muse, pur essendo essi stessi artisti. E ci sono, molto più rare, le muse che ignorano se stesse. Daniele Thompson è una di queste.

Nel novembre 2023, il regista francese era a New York e ha visitato lo studio, nel sud di Manhattan, del pittore Tom Wesselmann, morto nel 2004 all’età di 73 anni. All’inizio degli anni ’70 posò per lui in diverse occasioni. Come poche altre donne che l’artista americano aveva reclutato come modelle. Ma quel giorno Danièle Thompson ha avuto una sorpresa. Su una grande parete dello studio, oggi sede di The Estate of Tom Wesselmann, un’organizzazione che gestisce il lavoro della pittrice, erano appese riproduzioni di decine di dipinti e disegni che la rappresentavano. “Non sapevo che avesse creato così tante opere basate su di me, dice sorridendo il regista 82enne. Sono rimasto stupito nel realizzare che, in effetti, ero stato così importante per lui. »

“Danièle Thompson ha avuto un ruolo cruciale nella carriera di Tom Wesselmann”, assicurano Dieter Buchhart e Anna Karina Hofbauer, curatori ospiti della vasta mostra che la Fondazione Louis Vuitton dedica all’artista dal 17 ottobre. Nei quattro piani dell’edificio progettato da Frank Gehry saranno esposti centocinquanta dipinti e sculture dell’americano (nota personalità della pop art, anche se meno noto al grande pubblico di Andy Warhol o Roy Lichtenstein).

Bedroom Painting #29, 1971-1973, di Tom Wesselmann, ispirato al volto di Danièle Thomson. ADAGP, PARIGI, 2024. FONDAZIONE LOUIS VUITTON / DAVID BORDES

Questo corpus sarà accompagnato da altre settanta opere firmate da trentacinque artisti di generazioni diverse e segnate dalla stessa sensibilità. Gioca con i loghi delle marche di birra o soda, tubetti di rossetto e occhiali da sole larghi diversi metri, televisori incastonati nella tela… L’intero mondo Wesselmann sarà sotto i riflettori. Comprende dieci dipinti e venti disegni che rappresentano Danièle Thompson.

Una figura della New York degli anni ’60

Di lei sappiamo che è stata la sceneggiatrice di alcuni dei più grandi successi del cinema francese, diretti da suo padre, Gérard Oury, come Il Grande Mocio (1966), Le avventure del rabbino Jacob (1973), o firmati da vari registi (Il boom, lo studente, La regina Margot…), di aver diretto sei film, tra cui Il registro (1999) et Sedie d’orchestra (2006), ha partecipato a produzioni televisive popolari come Una famiglia meravigliosa e, nel 2023, ha prodotto la serie con suo figlio Christopher Bardot. Sappiamo meno del periodo della sua vita in cui ispirò uno degli artisti visivi più importanti del secolo, una figura della New York degli anni ’60.

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