Tra elogi e insulti, il pubblico di Bérénice e Isabelle Huppert si scalda

Tra elogi e insulti, il pubblico di Bérénice e Isabelle Huppert si scalda
Tra elogi e insulti, il pubblico di Bérénice e Isabelle Huppert si scalda
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Diretta da Romeo Castellucci, la tragedia di Racine scatena le passioni al Théâtre de la Ville de Paris. E c’è il rischio di continuare a confondere gli spettatori visto che lo spettacolo è in tournée.

Scena insolita. Gli spettatori si urlano addosso mentre escono dallo spettacolo. Il 19 marzo, il Théâtre de la Ville era pieno come un uovo per “Bérénice”, con Isabelle Huppert nel ruolo della protagonista, in una produzione di Romeo Castellucci. Il manifesto fa gola, anche se la critica ha temperato gli entusiasmi: “ Senza dubbio, peccato mortale, non abbiamo catturato nulla da questo adattamento » ha riconosciuto il nostro collega Anthony Palou, fortunato spettatore della prima ora di questa originale creazione. Quindi sappiamo cosa aspettarci. Ma non in una lotta del genere!

Lo spettacolo inizia e non sorprende che, a parte alcuni bellissimi effetti visivi, una parte del pubblico si annoi. In scena Isabelle Huppert monologa con convinzione, portando in scena a volte un termosifone, a volte una lavatrice. La sua voce, modificata da un sintetizzatore, diventa a tratti metallica e, francamente, sempre meno comprensibile. Dopo tre quarti d’ora alcune persone lasciarono la stanza. Il mio vicino di fronte sembra esasperato.

Ilarità generale

Dopo un’ora, Titus lasciò Bérénice e l’attrice cominciò a maltrattare gli alessandrini, balbettando sul palco. C’è qualcosa da capire? Senza dubbio, ma è troppo per il mio vicino emotivo. Lui urla: «Non capiamo niente di quello che dici, Isabelle!» Una parte della stanza è indignata. “Ma stai zitto”Silenzio ! “. Vengono eliminati alcuni nomi di uccelli. Continua Isabelle Huppert, imperturbabile. Ma una diga è stata rotta.

Pochi istanti dopo, una dozzina di uomini nudi si sono appena abbassati i pantaloni sul palco, e l’attrice guarda stoicamente la stanza, in grande silenzio. Il momento è probabilmente tragico: uno spettatore scoppia a ridere. L’ilarità attanaglia la stanza. Non si ferma fino alla scena finale. “Non guardarmi!” urla più volte questa strana Bérénice. Il mio vicino più prossimo cerca invano di trattenere le risate.

Lo spettacolo si trasforma direttamente nella Battaglia di Hernani durante il saluto finale, con gli spettatori che iniziano a fischiare copiosamente la troupe. Altri si alzano e applaudono selvaggiamente. “Brava Isabelle, sei sublime !“. “Scegli meglio i tuoi testi”, grida una donna apparentemente compassionevole. Con coraggio, l’attrice torna sul palco tre volte, fissandoci con aria di sfida.

Quando si riaccendono le luci, lo spettacolo continua: i miei vicini dietro iniziano a insultare quello davanti. Come osa rivolgersi a Isabelle Huppert in questo modo? E perché veniva da altrove, visto che sapeva quello che veniva a vedere? “Siete dei bobos parigini”, dice loro. Fortunatamente una linea li separa: i due schieramenti non sono lontani dallo scontro. Anche sul boulevard le discussioni procedono bene. “Non capisci niente”, dice un vecchio intenditore ai giovani che osano mettere in dubbio l’interesse di un simile monologo. “ È geniale! Un vero adattamento! Dal grande Castellucci! »

Davvero il pubblico quella sera non volle capire niente, come si affrettarono ad affermare due scrittori in un articolo su Pubblicazione, qualche ora dopo ? Oppure una parte del pubblico si è semplicemente trovata intrappolata di fronte a questo adattamento particolarmente confuso? Dopo aver dato fuoco alla stanza parigina, Berenice deve andare in tournée in tutta la Francia. L’opportunità per tutti di vederlo: se il teatro è davvero un’arte viva, lo spettacolo, a volte, è anche in sala…

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