La ministra delegata presso il ministro dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità industriale e digitale, responsabile dell’Intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali, Clara Chappaz, ha ribadito ieri su Linked In la determinazione della Francia e dell’Unione europea a far rispettare le proprie regole di fronte delle recenti scelte di Meta e X in termini di moderazione. L’abbandono da parte di Meta delle partnership di verifica dei fatti a favore delle “note della comunità” solleva preoccupazioni.
Clara Chappaz ricorda che il Digital Services Act (DSA) recentemente adottato impone obblighi rigorosi alle piattaforme per garantire la trasparenza e l’efficacia dei loro strumenti di moderazione, in particolare effettuando studi di impatto prima di qualsiasi modifica importante ai loro strumenti di moderazione, garantendone la trasparenza processi di moderazione e dimostrare l’efficacia delle misure contro la disinformazione.
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Il Ministro ha inoltre respinto le critiche di Mark Zuckerberg e Elon Musk riguardo alla presunta censura della libertà di espressione da parte dell’Europa. “Smettiamola di sfruttare la libertà di espressione. Non stiamo chiedendo agli Stati Uniti di riscrivere il Primo Emendamento della loro Costituzione. E non devono chiederci di ripensare al modo in cui garantiamo la libertà di espressione qui in Francia,” ha affermato, sottolineando le specifiche aspettative di moderazione nel continente.
Detto questo, se la fermezza mostrata dall’Europa è essenziale per regolamentare le grandi piattaforme digitali, non può nascondere il fallimento strutturale di una politica che ha rafforzato la sua dipendenza dal GAFAM. Per anni le priorità sono state orientate alla cooperazione economica con questi giganti, spesso a scapito dello sviluppo degli attori europei. Risultato: massicci investimenti della GAFAM in Europa per conquistare il mercato, ma nessuna alternativa credibile per sfidare il loro dominio.
L’Europa non può più accontentarsi di un atteggiamento difensivo basato esclusivamente sulla regolamentazione. Senza una strategia coordinata per stimolare i campioni europei e garantire massicci investimenti nell’innovazione locale, l’Europa vede le sue iniziative tecnologiche catturate una dopo l’altra da attori stranieri, a causa della mancanza di capitali sufficienti nel continente.
Gli investimenti sono la leva chiave: senza uno sforzo coordinato per mobilitare risorse su larga scala, le normative, anche ambiziose, rimarranno insufficienti di fronte alle aziende che continuano a dettare le regole globali. La sovranità digitale richiede una visione strategica e offensiva, non un semplice controllo degli eccessi.
In conclusione del suo post, Clara Chappaz sottolinea lo svolgimento, a febbraio a Parigi, del Summit internazionale per l’azione sull’intelligenza artificiale. Un minuto di comunicazione o un segnale reale di rinascita europea, questo incontro del 10 e 11 febbraio sarà l’occasione per misurare l’ambizione dell’Europa.
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