La fusione dei Comuni, un tabù da infrangere

La fusione dei Comuni, un tabù da infrangere
La fusione dei Comuni, un tabù da infrangere
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Troppo spesso gli agenti pubblici, animati da interessi personali o dal timore di perdere la maggioranza politica, rifiutano di allearsi con i loro vicini. Sebbene sia importante non trascurare la riluttanza identitaria, ognuno dovrebbe superare il proprio a priori. Dobbiamo raccogliere le sfide delle città in grandi difficoltà finanziarie, come Liegi e Charleroi. Accolgono ogni giorno migliaia di lavoratori che vivono e pagano le tasse nei comuni limitrofi. Esistono esempi da seguire, come Anversa o Tournai, che ha riunito 30 comuni.

Dato che questi matrimoni non avvengono su base volontaria degli eletti locali, passiamo alla fase successiva (o intermedia): lasciare che i cittadini decidano di ridurre il numero dei comuni valloni (261 comuni, di cui 81 nella provincia di Liegi) e quelli brussellesi (19). Cominciamo organizzando una consultazione popolare nei 202 comuni valloni che contano meno di 15.000 abitanti. Secondo l’economista Jean Hindriks (Itinera/UClouvain), le fusioni permetterebbero alla regione di risparmiare 136 milioni di euro, ovvero da 100 a 200 euro per abitante/anno, e di reindirizzare le risorse verso servizi più efficaci.

Una fusione dei comuni di forza in Vallonia? Il soggetto che potrebbe arrabbiarsi

Per rassicurare i comuni più piccoli, le città devono innanzitutto garantire la loro rappresentatività e la sana gestione del futuro ente. Resta da vedere se il ministro vallone dei poteri locali, François desquenes (l’impegnato), avrà il coraggio di rompere questo tabù, vestigia del passato, per aprire la strada a una riforma necessaria e inevitabile per il futuro dei poteri locali. finanze.

La fusione dei comuni della metropoli di Liegi non piace a tutti….

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