150 anni dopo, il Salon des impressionistes rinasce a Orsay – Libération

150 anni dopo, il Salon des impressionistes rinasce a Orsay – Libération
150 anni dopo, il Salon des impressionistes rinasce a Orsay – Libération
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Esposizione

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Il museo d’Orsay ricostituisce l’esposizione, atto di nascita del movimento, che si tenne dal 15 aprile al 15 maggio 1874 negli ex laboratori Nadar, in opposizione all’onnipotenza e all’accademismo del Salon ufficiale.

Nella prima stanza, accanto a quella brulicante e verticale Boulevard des Capucines di Monet (1873-1874, da Kansas City), tre Renoir ammirevoli, anche per chi Renoir non piace: la loggia (1874, da Londra), il parigino (1874, da Cardiff), il ballerino (1874, da Washington). Da soli valgono il viaggio ad Orsay. Renoir è il grande lasciapassare per le donne. Li ricopre di materie, di colori, di carne, di stoffa, li dipinge con salute e li stende con grazia, spesso fino a farli crollare. Nella migliore delle ipotesi, questi dipinti realizzati intorno ai trent’anni, il loro virtuosismo sensuale scalda l’occhio e scioglie tutto ciò che potrebbe congelarlo. Quando furono esposti al primo salone impressionista indipendente, dal 15 aprile al 15 maggio 1874, un giornalista scrisse che fissavano “le tre tappe attraverso le quali passano comunemente le signorine di Parigi” : ballerina adolescente, giovane donna ancora timida, “cocotte” nel suo camerino a teatro, accompagnata da un uomo che, sullo sfondo, osserva con un binocolo gli spettatori di altri camerini, verso l’alto. La vita moderna è un palcoscenico che non è sul palco.

Il parigino è una giovane donna, rimpicciolita e tutta vestita di blu, ad eccezione di un piccolo pezzo di stivale nero e un grosso pezzo di manica bianca. Il giornalista, che si chiama Jean Prouvaire, il nome di un martire delle barricate in I Miserabili, descrive con entusiasmo sarcastico, un po’ macho ma abbastanza lucido

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