Il dipinto rubato: la grande arte

Il dipinto rubato: la grande arte
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CRITICO – Attorno a un dipinto di Schiele, Pascal Bonitzer firma una commedia piccante portata avanti da Alex Lutz, Léa Drucker e Nora Hamzawi.

È reale. Non possono crederci. Questo capolavoro di Egon Schiele era scomparso dal 1939. Lo ritrovammo a casa di un chimico di Mulhouse, appeso su un’orrenda carta da parati, in un padiglione senza fascino. Il contrasto è sorprendente. Il banditore (Alex Lutz) non può credere ai suoi occhi. E’ l’affare del secolo. Questo ragazzo guida un’Aston Martin, indossa abiti su misura, indossa orologi costosi. Non è eccessivo notare che il signore è parecchio puzzolente. Non sarà il suo stagista a dire il contrario. Questa Aurore non si lascia calpestare. Scopriremo che ha mentito parecchio sul suo curriculum.

Louise Chevillotte è perfetta nei panni di una finta ragazza di buona famiglia che ha un rapporto movimentato con suo padre (Alain Chamfort, sorprendente) e che compra una giacca a Drouot. La Scottie’s Auction Company è un mondo a parte. Si parla poco di arte e molto di soldi. Il dipinto miracoloso è stimato a 8 milioni di euro. Raggiungerà somme molto più grandi. Da ciò si vede che l’arte cosiddetta “degenerata” ha i suoi lati positivi. Alex Lutz, affilato come un coltello da cucina giapponese, guida il suo entourage con una bacchetta magica. Nessuno sarà sorpreso dal fatto che abbia divorziato. Bertina era sua collega. Ovviamente lei non è risentita poiché gli dà una mano in questa storia che potrebbe trasformarsi in una favola. Léa Drucker vive quindi a Losanna, fa il bagno in continuazione e ha in serbo grandi sorprese.

Léa Drucker e Alex Lutz in “Il dipinto rubato”.

Nora Hamzawi, non nata l’anno scorso, tira le fila e riesce nella partita. Ci sono gli eredi americani. I miliardari hanno le loro stranezze. A volte cambiano idea. Il trucco è accarezzarli nella direzione dei capelli. Il coraggioso alsaziano in possesso del dipinto non vuole arricchirsi: non toccate questa fortuna offuscata dai nazisti. L’atteggiamento merita rispetto.

Pascal Bonitzer è in buona forma. È ispirato a una storia vera, il ritrovamento all’inizio degli anni 2000 nei sobborghi di Mulhouse di un dipinto di Egon Schiele saccheggiato dai nazisti. Ma Bonitzer inventa tutto il resto con una libertà e una fantasia mai esagerate. Il suo film è tagliente, elegante, divertente e documentato: una ventina di interviste a banditori, galleristi, collezionisti e antiquari sono servite come materiale per la sceneggiatura. Si apre con un’esilarante scena di successione con una nonna snob e antipatica. Il ritmo non si indebolirà. Il soggetto ispira il regista, che si aggira tra questi personaggi non proprio simpatici, ma così colorati. Non è qui per predicare la virtù. Osserva le turpitudini, analizza l’alfabeto dei sentimenti, scruta le variazioni del mercato. Il risultato è un cocktail attentamente bilanciato tra classico e moderno. La telecamera non si sente obbligata a stare con il muro. Gli eroi lavorano, non sembrano vivere secondo lo zeitgeist. Il denaro, o meglio la speculazione, fa da collegamento con uno dei film precedenti di Bonitzer.

Pascal Bonitzer osserva le turpitudine, analizza l’alfabeto dei sentimenti, scruta le variazioni del mercato. Questo dà un cocktail attentamente bilanciato di classico e moderno

In Proprio adesso, il regista ha immerso i suoi personaggi nel mondo della finanza. Anche qui l’arte suscita desideri più che elevare gli animi. L’ex critico di Quaderni di cinema preferisce divertirsi piuttosto che dare una lezione morale. Prevale la commedia, spesso leggera, talvolta seria, con sullo sfondo la Shoah e la spoliazione delle proprietà ebraiche. La famiglia è ancora una volta al centro della trama. I figli hanno dei conti da regolare con i padri, spettrali o assenti.

C’è una grande intelligenza in questa cronaca di una vendita annunciata. Nessun dialogo sciocca le orecchie. Se mettiamo questo Dipinto rubato all’asta, le mani non smettevano di alzarsi nella stanza. Bonitzer una volta, Bonitzer due volte, Bonitzer tre volte? Premiato. L’acquirente non dovrà pentirsi della sua azione.

“Il dipinto rubato”. Commedia di Pascal Bonitzer. Con Léa Drucker, Nora Hamzawi, Alex Lutz. Durata: 1 ora e 31 minuti.

L’opinione di Figaro : 3/4.

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