Riunendo più di 160 opere, principalmente sculture ma anche disegni, dipinti e fotografie, la mostra al museo Bourdelle (dal 2 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025), situato nell’ex studio d’artista di Antoine Bourdelle (1861-1929) , fa luce sul rapporto tra i due uomini e sui rispettivi approcci alla scultura. Le somiglianze e le divergenze, le confraternite e gli antagonismi tra i due artisti separati da una generazione vengono evidenziati con intelligenza in questa mostra che si rivela una vera riflessione sulla scultura.
Una mostra finemente costruita
Mobilitando l’intero team scientifico del Museo Bourdelle, la mostra “Rodin / Bourdelle. Body to Body” si sviluppa in quattro grandi capitoli tematici per affrontare il rapporto umano e artistico che unisce i due artisti dal loro incontro fino alla morte di Rodin (1840-1917). Finemente costruito, evitando aneddoti e confronti binari, offre un’esplorazione della loro ricerca artistica con grande intelligenza del soggetto che riesce a rendere avvicinabile e sensibile.
Anonimo Doppio ritratto di Antoine Bourdelle e Auguste Rodin, 1900 circa, montaggio, stampa alla gelatina d’argento realizzata Parigi, Museo Bourdelle
Nutrito da numerosi prestiti del Museo Rodin, ma anche da musei di tutta la Francia e da quello eccezionale delEva alla roccia (1893-1906) della NY Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, il corso affronta successivamente la questione del trattamento del materiale; l’estetica del frammento, in tre zone successive attorno alla maschera, al busto e alla mano; il monumentale e infine l’ibridazione e la metamorfosi.
Auguste Rodin, Antoine Bourdelle (praticante), Eva sulla roccia, versione grande, 1893-1906, pietra calcarea, Copenaghen, Ny Carlsberg Glyptotek
Collezioni personali e curiosità sconfinata
Particolarmente illuminante, l’evocazione delle collezioni personali dei due artisti testimonia le loro affinità elettive. Se Rodin riunì più di 6.000 opere alla Villa des Brillants di Meudon tra il 1893 e la sua morte, dove Bourdelle non disponeva degli stessi mezzi finanziari, gli ambiti di interesse condivisi dai due uomini sono particolarmente sorprendenti. La loro sconfinata curiosità spazia dagli antichi kouros alla scultura egiziana, indù o persiana, mentre l’arte medievale occidentale occupa un posto di rilievo.
Auguste Rodin, Studio per l’iride, 1891-1893, gesso, Parigi, Museo Rodin
L’importanza della base
Fondamentale nello sviluppo della scultura moderna, la questione della base mobilitò Rodin le cui ricerche, in particolare per il suo celebre Borghesi di Calais (1889), vengono ricordati. Seguendo le orme di Rodin, anche Bourdelle farà della base un elemento costitutivo dell’opera di cui determina la percezione in termini di Penelope (1912). Entrambi annunciano la futura ricerca di Giacometti, già allievo di Bourdelle, presente con diverse sculture.
Antoine Bourdelle, Testa di Apollo o Apollo in combattimento, base quadrata, modello definitivo, 1898-1911, bronzo. Ghisa Rudier, prima del 1932, Parigi, Museo Bourdelle
La scultura in corso
Il rapporto con l’architettura è illustrato dal lato magistrale di Rodin Porta dell’Inferno, di cui è esposto un modello (1881-1882), e l’evocazione dei rilievi eseguiti da Bourdelle per il Théâtre des Champs-Elysées. Infine, una sfilata di figuranti provenienti daluomo che cammina (1899) di Rodin«Un uomo che attraversa una piazza (1949) di Giacometti via Il servo (1900-1903) di Matisse o L’uomo che cammina (1945) di Germaine Richier, ci guida in conclusione verso l’uscita come tanti puntini di sospensione.
Antoine Bourdelle, Musa, frammento del fregio della Meditazione di Apollo per il Théâtre des Champs-Élysées, 1912, gesso, Parigi, Musée Bourdelle