“Night Particles”, i vagabondaggi notturni di Apitchapong Weerasethakul
Entrambi una figura di spicco del cinema contemporaneo (acclamato nel 2010 dalla Palma d’Oro assegnatagli). Zio Boonmee, colui che ricorda le sue vite passate), artista riconosciuto da numerose mostre ed esploratore delle possibilità aperte dalle nuove tecnologie immersive, Apitchapong Weerasethakul non smette mai di circolare tra tutte le forme dell’immagine in movimento per dispiegare un’opera onirica, contemplativa e sensuale.
Particelle notturne è stato progettato appositamente per una location particolare, il padiglione un tempo costruito per ospitare una riproduzione dello studio dello scultore Constantin Brancusi, uno spazio dedicato ad accogliere perfettamente la luce del sole. Con la sua mostra, l’artista tailandese rielabora lo spazio per renderlo il luogo di una passeggiata notturna, scandita solo dalla luce delle immagini proiettate. I lavori recenti raccolti per questa mostra, come lo studio di Brancusi sulla luce e sulle forme naturali, presentano un flusso vario, che va dallo scintillio del sole amazzonico ai colpi di scena della notte.
Opinioni della critica:
- Filippo Azury: “Particelle notturne è un successo assoluto. Le riflessioni di Apitchapong Weerasethakul sullo spazio e sulla luce sono le prime ad essere proposte nel solarium Brancusi, per immergerci in uno stato di semi-ipnosi. Ho visto lì un radicamento di sogni, immagini e spazi. Ogni opera porta in tavola un nuovo dispositivo di immagine. Weerasethakul ci sottopone a un trattamento di terapia della luce inversa, facendo del bene attraverso il prisma della notte. Ogni prima volta con lui è impressionante, come una vera traversata. Le installazioni, inoltre, non sono frammenti dei suoi film che rimette nello spazio, ma un’opera completa che parte innanzitutto dallo spazio espositivo.“
- Antonio Guillot: “Apitchapong Weerasethakul è davvero interessato a coinvolgere i suoi spettatori nelle sue immagini. L’artista visivo tailandese è un architetto di formazione e lì costruisce la sua mostra sul riflesso della circolazione della luce, il nostro modo di passare attraverso questa luce. Ci presenta una figura permanente di feedback d’immagine, molto presente in tutte le installazioni, e che soppianta quella dei fantasmi del suo cinema. Siamo quasi in pittura con la bassissima definizione dei video, come Vermeer che verrebbe rivisitato dagli impressionisti. È una mostra che fa sentire bene. “
APICHATPONG WEERASETHAKUL – Particelle notturne sarà possibile scoprirlo fino al 6 gennaio (nell’ambito del Focus intitolato Dluci e ombre dedicata al cineasta al Centre Pompidou nell’ambito del Festival d’Automne. La curatrice della mostra è Marcella Lista, capo curatore, direttrice del dipartimento Collezioni New Media.
All’ordine del giorno il focus su Weerasethakul :
- Una retrospettiva completa, in mostra fino al 9 novembre
- Una performance nella realtà virtuale: Una conversazione con il sole dal 5 al 14 ottobre
- Un libro: Home, sotto la direzione di Antoine Thirion (Editions de l’Oeil)
- Una masterclass, incontri…
“Travelling”, una mostra in omaggio a Chantal Akerman
Il Jeu de Paume rende omaggio alla regista, artista e scrittrice belga Chantal Akerman (Bruxelles 1950 – Parigi 2015) attraverso una mostra eccezionale, ideata dal Palais des Beaux-Arts de Bruxelles (Bozar), dalla Fondazione Chantal Akerman e da CINEMATEK, e prodotto in collaborazione con il Jeu de Paume per la sua presentazione a Parigi.
La mostra “Traveling” dà inizio a un viaggio sorprendente e commovente, e descrive un viaggio d’arte e di vita plasmato da molteplici geografie: da Bruxelles alle zone di confine, dalla cucina al deserto, dal burlesque alla tragedia, dai dolori del mondo a quelli dell’intimo. Riunendo una selezione di installazioni e film, alcuni dei quali presentati al pubblico per la prima volta, convoca il “ materia vivente » che accompagna il lavoro dell’artista, rivelando archivi inediti: scenari, appunti di intenti e fotografie di ripresa.
Opinioni della critica:
- Antonio Guillot: “Viaggiare è una mostra molto densa e compatta. Si tratta di una sorta di autoritratto postumo di Chantal Ackermann, realizzato in particolare da una delle sue più strette collaboratrici che fu la sua editrice, Claire Atherton, con la quale disegnò le sue installazioni. Personalmente ho ritrovato lì l’Akerman che amo, la sua voce, i suoi testi. Lì vediamo opere pensate come vere e proprie installazioni, in omaggio alla sua vita artistica. La mostra è un vero e proprio tentativo di dare unità alle disparate opere di Chantal Akermann. Consiglierei innanzitutto di andare a vedere i film che vengono proiettati al Gioco della Palma e una volta capito questo, una volta compresa la filmografia di Ackermann, vedere la sua estensione sotto forma di installazione diventa travolgente.“
- Philippe Azury: “Questa è la mostra di Akerman che da giovane appassionato di cinema mi sarebbe piaciuto vedere tra i 18 e i 25 anni. È una mostra che prolunga la carriera di Akerman. Ma ho l’impressione che stiamo vivendo una svolta storiografica nella rilettura che stiamo facendo della carriera di Akerman, che ora viene presentata come regista-artista e femminista, titolo che lei tuttavia rifiutò in vita. In questa mostra vediamo forse vediamo quello che le è mancato, che avrebbe potuto sostenerla in un dato momento: è capire fino a che punto fosse un’artista innata, una grande artista visiva e una filmmaker ovviamente acquisita al femminile.“
La mostra “CHANTAL AKERMAN – Viaggio” è aperto dal 2 settembre al 19 gennaio al Jeu de Paume. La mostra è curata da Laurence Rassel, in collaborazione con Marta Ponsa. Il catalogo della mostra è stato pubblicato da Lannoo. Dal 15 ottobre 2024 sarà disponibile anche un cofanetto completo dei film di Chantal Akerman – 46 film, 14 Blu-ray, prodotti da Capricci.
Parola della critica in omaggio all’attore Michel Blanc:
- Antonio Guillot : “Michel Blanc è stato un eccellente dialoghista, riconosciuto fin dai suoi esordi, con Marche à l’ombre, per esempio.
Ma sta succedendo qualcosa nella sua carriera con Tsera. È il momento in cui si rade i baffi e all’improvviso si permette di esplorare qualcosa che va oltre il ruolo stereotipato del flirt ipocondriaco e goffo che non arriva mai a quel punto. Esplorerà, poi, qualcosa di più oscuro, sempre più torbido man mano che si addensa. Era una delle persone più interessanti emerse dalla troupe dello Splendid.”
- Filippo Azury: “Quando ho saputo della sua morte stamattina, il primo film che ho voluto rivedere è stato Grave affaticamento del 1995. Era un film che tradiva l’incubo che la sua popolarità era diventata per lui. La scena del pasto con le controfigure ha avuto un grande impatto su di me, ha cambiato completamente la percezione che avevo allora da giovane spettatore stufo di Jean-Claude Duss. All’improvviso ho capito che Michel Blanc era davvero abitato da qualcos’altro, molto lontano dal suo ruolo comico..”
Clip audio:
- archivio di Chantal Akerman in Affinità elettive sulla cultura francese, 31/05/2007
- Archivio d’Apichatpong Weerasethakul – Cineasti al Centro: Intervista con Apichatpong Weerasethakul, 2024
- Archivio di Michel Blanc – ecletticosu France Inter il 30/10/2011
- Estratto dal film Abiti da seradiretto da Bertrand Blier nel 1986
- Estratto dal film Bacia chi vuoidiretto da Michel Blanc nel 2002