ARTE.TV – ON DEMAND – DOCUMENTARIO
Nel momento in cui la mostra “Surrealismo” STenutosi al Centre Pompidou, a Parigi, fino al 13 gennaio 2025, il canale Arte, che è partner, propone Rivoluzioni surrealiste, un documentario in due parti di cinquantadue minuti: Il tempo delle provocazioni (1917-1929) et Il tempo della Resistenza (1930-1966). Diretto da Sylvain Bergère, il cui nome figura spesso nei titoli di coda delle trasmissioni di Thierry Ardisson nel XXe secolo, il documentario è stato scritto insieme a Didier Ottinger, che è anche, insieme a Marie Sarré, il curatore della mostra. Bergère e Ottinger hanno recentemente firmato, sempre per Arte, un ottimo lavoro Georgia O’Keeffe, icona americana (2021).
Leggi la recensione: Articolo riservato ai nostri abbonati Al Centre Pompidou, un tuffo a spirale nel surrealismo
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Questo sincronismo trova la sua fonte nella data di pubblicazione, esattamente cento anni fa, del Manifesto del surrealismodi André Breton (1896-1966), dove vengono stabiliti i principi guida e teorici (automatismo psichico, amoralità, gusto dello scandalo, ecc.) di un movimento che metterà profondamente in discussione la sua epoca. La scrittura automatica, i cadaveri letterari e grafici squisiti sono essenziali. André Masson (1896-1987) si impegna a “lascia che la tua mano scorra su un foglio di carta nel modo più libero e cieco”.
Nel 1929, il Secondo Manifesto del Surrealismo politicizza il gruppo al quale Breton impone l’adesione al Partito Comunista Francese (PCF) e alla rivoluzione bolscevica. Dissidenze, scissioni, epurazioni, partenze. “André Breton diventa uno degli uomini più insultati del suo tempo”spiega il documentario. Nel 1932 il PCF esclude i surrealisti, ad eccezione di Aragona.
“Le donne si adattano naturalmente ai surrealisti”dice. Ma, a parte le muse e compagne di Breton e l’evocazione di Claude Cahun (1894-1954), apostolo del genere neutro, le artiste surrealiste sono assenti dalla discussione. Faremo poi riferimento all’ottimo documentario Surrealismo femminile (2019), di Maria Anna Tappeiner, visionabile su YouTube.
Documenti d’archivio
Rivoluzioni surrealiste è supportato da un ricco filone di documenti d’archivio, film e alcune rare interviste ad alcuni artisti del gruppo (André Masson, Salvador Dalì, Philippe Soupault, Max Ernst, quest’ultimo in lingua tedesca) e numerosi estratti radiofonici. Ma la storia, letta con voce opaca e velata da Arthur Teboul, cantante del gruppo Feu! Chatterton, dà l’impressione di ripetere un corso universitario del primo anno.
Sicuramente ci sono sentenze su alcuni punti particolari, su testi talvolta poco conosciuti. E si nota, soprattutto nella seconda parte, una forte enfasi sui legami dei surrealisti con gli avvenimenti politici del XX secolo.e secolo, fino alla guerra d’Algeria e agli esperimenti nucleari ordinati dal generale de Gaulle nel 1960.
Infine, le immagini animate sono talvolta pleonastiche e laboriose nell’illustrazione del soggetto, che probabilmente avrebbe tratto vantaggio da approfondimenti diversificati, persino contraddittori, da parte di specialisti o artisti invece di questo soliloquio illustrato che finisce per annoiare.
Rivoluzioni surrealistedocumentario scritto da Didier Ottinger e Sylvain Bergère, in collaborazione con Stéphane Benhamou, diretto da Sylvain Bergère (Fr., 2024, 2 × 52 min). Disponibile on demand su Arte.tv fino al 14 dicembre.