James-Webb osserva l’attività del buco nero della Via Lattea come mai prima d’ora

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Illustrazione di un bagliore nel disco di accrescimento del buco nero supermassiccio della Via Lattea.

© Generato su Grok da Brice Haziza

Il mostro in agguato nel cuore della Via Lattea, che “pesa” una sciocchezza di 4 milioni del nostro sole, è noto per la sua tranquillità. Non è il buco nero più attivo dell’Universo osservabile, vale a dire che non divora molta materia, almeno non abbastanza per vedere la sua corona e il suo disco di accrescimento emettere grandi quantità di radiazione. Tuttavia, la materia che gli ruota intorno rimane turbolenta, magneticamente attiva, e produce periodicamente ciò che gli astrofisici chiamano razzi (scoppio o esplosioni nel linguaggio di Etienne Klein…).

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Sagittarius A* ripreso dall’Event Horizon Telescope (EHT) nel 2022. Le aree bianche sono probabilmente turbolenze di tipo flare.

©EHT

Per la prima volta un’eruzione nel medio infrarosso

Dagli anni ’90, utilizzando telescopi che scansionano lo spazio a diverse lunghezze d’onda (principalmente raggi X e infrarosso lontano), gli astronomi hanno studiato questi brillamenti attorno al buco nero supermassiccio della Via Lattea, chiamato Sagittarius A* (o più semplicemente Sgr A*), ma nessuno era stato osservato nel medio infrarosso. Questo è il motivo per cui molti astronomi aspettavano con impazienza la disponibilità del telescopio spaziale della NASA, il James-Webb Space Telescope (JWST), i cui sensori a infrarossi sono ad oggi i più potenti. È stata quindi effettuata una campagna di osservazione ed è stato osservato un brillamento.

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Illustrazione artistica del brillamento osservato attorno a Sgr A* di James-Webb.

© CfA/Melissa Weiss

Possiamo descrivere questo evento come un grande lampo di luce, mobile, perché guidato dalla dinamica del disco di accrescimento rotante, che il più delle volte si forma lungo linee magnetiche causate dalla turbolenza della materia. Questo assomiglia ai bagliori che possono essere osservati nella corona del Sole. Possono essere prodotti da una stella lacerata dalla gravità del buco nero, o da una nube di gas che entra incautamente in questa zona pericolosa.

Ecco un bagliore nella corona solare:

Questo bagliore osservato per la prima volta nel medio infrarosso non era abbastanza potente da rilasciare un lampo di raggi X; gli astronomi lo sanno perché il telescopio spaziale Chandra non ha rilevato nulla nello stesso periodo. Non è ancora possibile determinarne la causa precisa, ma l’evento ci permetterà senza dubbio di saperne di più su questo buco nero in particolare e sull’astrofisica in generale. Ricordiamo però che essendo Sgr A* situato a 28.000 anni luce da noi, questo evento avvenne 28.000 anni fa mentre la Terra tremava nel pieno del suo cosiddetto periodo tardo glaciale…

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