Il manifesto del neosurrealismo scritto da Sergeï Poljinsky, pittore, e Jean-Marc Chipot, gallerista, è stato appena consegnato a Didier Vordy, sindaco di Minerve, e a Jean Arcas e Corinne Roger del Pays Haut-Languedoc e dei vigneti.
Pubblicato 100 anni dopo quello di André Breton, l’obiettivo del nuovo manifesto è riprendere la fiaccola del surrealismo per attualizzarlo e riscoprire, nell’arte, il legame tra cervello, occhio e mano in contrapposizione a quello concettuale. arte che da mezzo secolo occupa la scena artistica. “Questo movimento in via di formazione mira a riunire artisti che si riconoscano nella sua proposta e con l’ambizione di creare le condizioni necessarie per l’emergere di una nuova avanguardia artistica dopo mezzo secolo di conformismo concettualista-pop”osserva il gallerista, mentre spiega la carriera del pittore che fu allievo di Dalì.
L’artista, di origine russa, è un discendente degli Vecchi Credenti, ramo tradizionale del cristianesimo ortodosso russo che ha subito nel corso dei secoli numerose persecuzioni. Fu particolarmente segnato da una visita fatta a Minerve all’inizio degli anni ’90. Lì avvertì la forte presenza dei Catari immolati dopo l’assedio del 1210 e avvertì una grande vicinanza con le proprie origini.
Conclude il gallerista: “Minerva è quindi diventata la stazione di Perpignan di Sergeï Poljinsky, cioè il centro dell’universo neosurrealista?”.
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