In Germania studenti e neolaureati iniziano a sentire gli effetti delle turbolenze che colpiscono il settore automobilistico. Là Frankfurter Allgemeine Zeitung (LUI LO FA) prende l'esempio di Maurice, appena laureato in ingegneria meccanica, che sperava di trovare rapidamente un posto presso un produttore. Al contrario, il giovane riceve più lettere di rifiuto anziché offerte di colloquio di lavoro.
Un cambiamento brutale per la scelta di questi giovani “soggetti tradizionalmente considerati una scelta sicura per chi spera in prospettive professionali stabili e un buon reddito”, indica il quotidiano conservatore.
Perché in Germania, nonostante sia il Paese dell'automobile, il settore sta vivendo forti sussulti. Ammiraglia nazionale, la Volkswagen ha annunciato a fine ottobre che stava valutando la soppressione di decine di migliaia di posti di lavoro nonché la chiusura di almeno tre stabilimenti, una prima nella storia del gruppo. Da parte sua, l'americana Ford prevede di tagliare 2.900 posti di lavoro nel Paese entro il 2027. Un crollo che si ripercuote anche sulla rete di subappaltatori del settore, che affermano anch'essi di voler ridimensionare.
Le preoccupazioni degli studenti
Forti tagli alla forza lavoro che cominciano ad avere ripercussioni sul mercato del lavoro. Uno studio dell’Istituto Prognos, commissionato dall’Unione dell’industria automobilistica (Verband der Automobilindustrie, VDA), ha concluso che tra il 2019 e il 2023 nel settore saranno già persi 46.000 posti di lavoro netti. “Se questa tendenza continua, entro il 2035 potrebbero esserci 190.000 posti di lavoro in meno nell’industria automobilistica tedesca rispetto al 2019”, aggiungi il LUI LO FA.
Una situazione nuova che preoccupa nelle università, dove il settore automobilistico è stato finora visto come uno sbocco sicuro che garantisce stabilità lavorativa e reddito confortevole. Anja Robert, direttrice di un centro di sostegno all'integrazione professionale legato all'Università di Aquisgrana, riconosce un cambiamento di paradigma:
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