Di fronte alla disinformazione che affligge X, diverse aziende e gruppi di stampa hanno abbandonato la piattaforma, tra cui Il Guardiano.
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François-Xavier Lefranc, presidente del consiglio d’amministrazione del quotidiano Ouest-France, che ha annunciato a fine novembre la sua partenza da X, spiega che si tratta di una “piattaforma deregolamentata”. “Il suo proprietario ritiene che gli insulti e le minacce debbano circolare liberamente. Crediamo che questo spazio di conversazione sia danneggiato, antidemocratico e che non abbiamo nulla da fare al riguardo.”
Valentine Python, climatologo ed ex consigliere nazionale dei Verdi di Vaud, ritiene che dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, la rete diffonda “l’odio verso gli altri” e la “negazione scientifica”. “Come scienziata del clima, non vedevo più il punto nel cercare di trasmettere informazioni scientificamente fondate e ricevere diluvi di incitamento all’odio e negazione scientifica”, sottolinea su Forum. E aggiunge che se la disinformazione “è sempre esistita”, oggi ci troviamo “di fronte a un’esplosione di questo fenomeno che minaccia la salute delle democrazie”.
Da quando è diventato capo del social network, Elon Musk ha adottato una serie di misure in questa direzione: l’80% del personale è stato licenziato, con conseguente riduzione del numero dei moderatori, il nuovo algoritmo evidenzia contenuti razzisti e account che incitano all’odio, che scontentano the miliardario vengono chiusi arbitrariamente e viene rimosso il sistema di verifica del badge blu, lasciando la possibilità a tutti coloro che possono pagare di ottenere questo badge sul proprio conto.
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