Stellantis chiude uno dei suoi storici stabilimenti dedicati alla produzione di veicoli commerciali

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Prima di lasciare Stellantis, Carlos Tavares aveva rassicurato le fabbriche francesi annunciando che ci sarebbe stato un piano di almeno tre anni che le riguardasse senza, di conseguenza, una chiusura immediata. Non è purtroppo lo stesso caso dall’altra parte della Manica, dove Stellantis ha appena annunciato la chiusura della sua storica fabbrica di Luton, specializzata nella produzione di veicoli commerciali. Questa decisione rientra nella transizione verso la produzione 100% elettrica imposta dal governo britannico entro il 2030, una misura che sta già facendo scalpore nel settore automobilistico.

L’enorme jackpot di Carlos Tavares da Stellantis

Una fabbrica emblematica sacrificata

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La fabbrica di Luton, attiva da decenni, produceva in particolare la Vauxhall (Opel) Vivaro, la Peugeot Expert, la Fiat Scudo e la Citroën Jumpy.©Stellantis

La fabbrica di Luton, attiva da decenni, produceva in particolare la Vauxhall (Opel) Vivaro, la Peugeot Expert, la Fiat Scudo e la Citroën Jumpy. Dovrà però cessare le sue attività di fronte a pressioni combinate, a cominciare dal mandato ZEV (Zero Emission Vehicles), che impone quote crescenti per i veicoli elettrici e che ha contribuito notevolmente a rendere insostenibili i costi di produzione.

L’inflazione e l’aumento dei prezzi dell’energia pesano pesantemente anche sulla competitività dei siti britannici rispetto ad altre località europee. Stellantis aveva annunciato che la produzione di questi modelli sarebbe stata trasferita dal 2025 in uno stabilimento modernizzato a Türkiye, gestito in collaborazione con Koc Holdings. Allo stesso tempo, e una buona notizia per l’industria francese, la produzione dei motori termici verrà trasferita a Houdain, in Francia.

Un impatto sociale ed economico importante?

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Stellantis aveva annunciato che la produzione di questi modelli sarebbe stata trasferita dal 2025 in uno stabilimento modernizzato a Türkiye, gestito in collaborazione con Koc Holdings.©Stellantis

La chiusura di Luton è accompagnata da una rifocalizzazione della produzione nel Regno Unito nel sito di Ellesmere Port, recentemente convertito per produrre veicoli commerciali elettrici. Questa trasformazione, resa possibile grazie a un investimento di 50 milioni di sterline (60 milioni di euro), consente ora alla fabbrica di produrre modelli come Citroën ë-Berlingo, Peugeot e-Partner, Opel/Vauxhall Combo-e e Fiat e- Doblo.

Allo stesso tempo, Stellantis sta diversificando la propria produzione elettrica in Europa, con il lancio previsto per il 2025 di una linea di produzione per gli stessi veicoli elettrici a Mangualde, in Portogallo. Perché il Portogallo? Non per riecheggiare le origini dell’ex capo di Stellantis, ma piuttosto per i costi energetici notevolmente inferiori nel Paese. Tornando alla fabbrica di Luton, la sua chiusura minaccia direttamente 1.100 posti di lavoro, anche se Stellantis ha affermato di voler trasferire “diverse centinaia” di posti di lavoro a Ellesmere Port.

Il mandato ZEV: oggetto di controversia

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La chiusura della fabbrica di Luton minaccia direttamente 1.100 posti di lavoro, anche se Stellantis ha affermato di voler trasferire “diverse centinaia” di posti di lavoro a Ellesmere Port.©Stellantis

Poco sopra vi abbiamo parlato del mandato ZEV, ma di cosa si tratta in realtà? Imposto dal governo britannico, questo mandato impone ai produttori di raggiungere una quota del 22% delle vendite di veicoli elettrici per le auto e del 10% per i veicoli commerciali entro il 2023. Multe severe (fino a 17.000 euro per veicolo non conforme) vengono comminate alle aziende che non rispettano queste quote.

Quando era ancora in carica, Carlos Tavares espresse una critica virulenta a questa politica, ritenendo che fosse “disconnesso dalla realtà della domanda dei clienti”. Le case automobilistiche, di fronte a obiettivi ritenuti irraggiungibili, devono ricorrere a politiche di sconti che erodono i loro margini di profitto. Di fronte alle pressioni del settore, il governo britannico sembra prendere in considerazione una revisione delle quote per adattarle alla realtà del mercato.

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