L'anno terribile di Intel continua. La marca comunica con un comunicato la partenza del CEO Pat Gelsinger, una storia del gruppo che non è riuscita a dare una svolta all'azienda.
Nell’arco di dieci anni, Intel avrà quindi vissuto quattro estremità del regno di diversi CEO: Paul Otellini nel 2013, Brian Krzanich nel 2018, Robert Swan nel 2021 e Pat Gelsinger oggi, nel 2024.
Come per l'uscita di Carlos Tavares da Stellantis, la fine delle funzioni di Pat Gelsinger ha effetto immediato, dal 1° dicembre 2024 per la precisione. Lascia sia il suo incarico di capo, amministratore delegato di Intel, ma anche il suo posto nel consiglio di amministrazione dell'azienda, dopo oltre 40 anni di carriera nell'azienda.
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In dieci anni, nessuna delle strategie dei 4 CEO di Intel sembra aver permesso all'azienda di affermarsi nel futuro dell'informatica.
L'azienda deve affrontare sfide importanti, sia nella produzione dei chip che TSMC deve affrontare, ma anche nella progettazione dei processori. Intel non è riuscita a diventare un colosso delle schede grafiche, né un colosso dell'intelligenza artificiale, e sta perdendo terreno addirittura sulla questione CPU di fronte al passaggio da x86 ad ARM e al rinnovato vigore di AMD con i suoi Ryzen.
A tutti questi problemi si aggiunge la spinosa questione dei processori instabili di Intel. Arriviamo ad una conclusione che fino ad ora sembrava impensabile: Intel poteva essere fagocitata da un concorrente come Qualcomm? Quest'ultimo ha escluso per il momento questo scenario, senza chiudere la porta ad un bombardamento di Intel e ad una vendita frammentaria.
A segno dell'urgenza di questa decisione e della situazione, Intel non nomina immediatamente un sostituto di Pat Gelsinger. L'azienda si ritrova quindi con due leader: David Zinsner e Michelle Johnston Holthaus, come co-CEO.
Il futuro del gigante dei semiconduttori sembra più incerto che mai.