Il Senato aumenta l'Iva sull'acqua in bottiglia, dopo lo scandalo sulle pratiche industriali

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L'obiettivo è promuovere l'acqua del rubinetto dopo lo scandalo sulle pratiche dei produttori di acqua minerale.

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Pubblicato il 28/11/2024 09:54

Aggiornato il 28/11/2024 10:34

Tempo di lettura: 2 minuti

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L'emendamento votato dal Senato propone di eliminare l'aliquota Iva ridotta sull'acqua in bottiglie di plastica, attualmente fissata al 5,5% e che passerebbe quindi al 20%. (JOEL SAGET/AFP)

Si tratta di una misura intesa a incoraggiare i consumatori a preferire l'acqua del rubinetto. Il Senato ha votato, nella notte tra mercoledì 27 e giovedì 28 novembre, un aumento dell'IVA sull'acqua in bottiglia, in un contesto di scandalo sulle pratiche dei produttori di acqua minerale. La Camera alta ha votato per alzata di mano questa misura nel progetto di bilancio per il 2025, contro il parere del governo.

“In un contesto in cui la questione della gestione delle risorse naturali, della responsabilità aziendale e delle questioni ecologiche sono davvero al centro dei dibattiti, è diventato necessario ripensare questa politica fiscale”ha lanciato il socialista Hervé Gillé, che si propone di difendere questa misura “alla luce delle preoccupazioni sollevate dallo scandalo Nestlé Waters”.

L'emendamento votato al Senato, portato avanti dal senatore macronista Nadège Havet, propone di eliminare l'aliquota Iva ridotta sull'acqua in bottiglie di plastica, attualmente fissata al 5,5% e che passerebbe quindi al 20%. Preservando al contempo da questa misura l’acqua in bottiglia venduta all’estero. I senatori stimano che la misura potrebbe fruttare tra i 150 ei 300 milioni di euro all'anno. Il ministro dei Conti pubblici, Laurent Saint-Martin, si è opposto, sostenendo che l'IVA non lo era “non uno strumento di incentivazione fiscale”.

La filiale del colosso agroalimentare svizzero ha ammesso a gennaio di aver utilizzato sistemi di disinfezione vietati per mantenere l' “sicurezza alimentare” delle sue acque minerali. Rivelazioni, rimbalzate dalla stampa, che hanno acceso i riflettori sulle pratiche dei produttori del settore, portando in particolare il Senato ad avviare all'inizio dell'autunno una commissione d'inchiesta sull'argomento, volta in particolare a indagare sull'utilizzo di processi di filtrazione vietati .

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