Più di 40 comuni francofoni hanno deciso di unire le forze per lottare contro la chiusura dei loro uffici postali. Invitano il Consiglio degli Stati a chiarire il mandato del servizio universale e il campo d’attività di La Poste prima di qualsiasi nuova ristrutturazione.
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27 novembre 2024 – 01:45
(Keystone-ATS) Contro la decisione del colosso giallo di chiudere 170 uffici postali, 45 comuni della Svizzera romanda hanno creato “l’Alleanza dei comuni francofoni contro la chiusura degli uffici postali”, hanno indicato in un comunicato stampa diffuso martedì sera. Tra queste ci sono le città di Ginevra, Losanna, Friburgo, Sion, Delémont e Bienne (BE).
“Gli uffici postali costituiscono uno dei pilastri essenziali di un comune vivo”, scrivono questi comuni. Tuttavia La Poste “si allontana sempre più dalla missione che i cittadini si aspettano da lei”, ovvero vicinanza agli utenti, ampiezza dei servizi e facilità di accesso.
I 45 comuni chiedono di ridefinire le missioni di La Poste secondo le aspettative dei cittadini. Hanno inviato una lettera ai consiglieri francofoni e hanno chiesto alla Camera alta di adottare una mozione volta a chiarire il mandato del servizio universale e il campo di attività di La Poste prima di qualsiasi nuova ristrutturazione o nuovo smantellamento.
Inevitabile, secondo La Poste
Il colosso giallo vuole mantenere 2.000 siti in tutto il Paese, di cui 600 in proprio, rispetto agli attuali 770, e 1.400 filiali in partnership. Dei 170 uffici postali chiusi, più di 70 si trovano nella Svizzera romanda.
Ce ne sono 19 nel Canton Vaud, 14 nel Vallese, 11 a Neuchâtel, 9 a Friburgo, 8 nel Giura, 5 a Ginevra e 7 nel Giura bernese e nella città di Bienne. In cifre assolute i cantoni più colpiti sono Berna (25) e Ticino (20).
La Poste ritiene che questo processo sia inevitabile. Lo spiega soprattutto con il costante calo delle visite dei clienti alle filiali e con la riduzione delle operazioni agli sportelli.