Questo lunedì, 25 novembre, i sindacati della SNCF hanno invitato i ferrovieri a scioperare dall'11 dicembre alle 19:00. Una mobilitazione per chiedere una moratoria sullo smantellamento di Fret SNCF, ma anche per protestare contro le condizioni di apertura alla concorrenza delle linee regionali.
“Passiamo all’atto 2.” In un comunicato stampa congiunto pubblicato lunedì 25 novembre, i sindacati della SNCF hanno confermato la volontà di lanciare uno sciopero a tempo indeterminato a partire dalle ore 19 dell'11 dicembre.
“Le organizzazioni sindacali, unite e determinate, invitano i ferrovieri a scioperare in massa”, scrivono le federazioni dei CGT-Cheminots, Unsa-Ferroviaire, Sud-Rail e CFDT-Cheminots.
Questi ultimi chiedono una moratoria sullo smantellamento di Fret SNCF, previsto per il 1° gennaio e che dovrà essere sostituita da due nuove filiali, e “chiedono al governo di convocare senza indugio una riunione di negoziazione tripartita se vuole evitare uno sciopero”.
Lo smantellamento di Fret SNCF è il risultato di un accordo tra la Francia e la Commissione europea che aveva aperto un'indagine sugli aiuti pubblici illegali. Questo accordo ha consentito l'abbandono di possibili procedimenti giudiziari.
“È impensabile e irresponsabile liquidare un grande attore pubblico essenziale per la decarbonizzazione dei trasporti” deplorano i sindacati che denunciano che 500 ferrovieri su 5.000 saranno estromessi.
La SNCF ha tuttavia già promesso che queste ultime saranno tutte riclassificate in un'altra società del gruppo.
Opposizione all'apertura delle linee regionali alla concorrenza
Inoltre, i CGT-Cheminots, Unsa-Ferroviaire, Sud-Rail e i CFDT-Cheminots vogliono che la mobilitazione serva a protestare contro l'apertura alla concorrenza delle linee regionali (TER, Transiliens e Intercités).
Questo processo comporterebbe il trasferimento di quasi 1.200 ferrovieri alle filiali del gruppo a partire da dicembre. Un cambiamento che i sindacati vogliono vedere fermato.
“È una scelta dogmatica assunta dal presidente [Jean-Pierre] Farandou mirava a preservare i margini della SNCF a scapito delle conquiste sociali dei ferrovieri”, denunciano i sindacati, che ritengono che “il dumping sociale e la liquidazione dei diritti dei ferrovieri derivano” da questa decisione ” sono puramente inaccettabili”.
Le federazioni, infine, chiedono l'adozione di “una legge di programmazione pluriennale per l'ammodernamento del sistema ferroviario”, perché “in assenza di finanziamenti migliaia di chilometri di linee potrebbero uscire dalla rete nazionale”.
I sindacati della SNCF hanno già organizzato una giornata di sciopero il 21 novembre. Ciononostante la partecipazione è stata moderata poiché vi ha preso parte solo un quarto dei ferrovieri.