Come l’Unione Europea intende regolamentare l’intelligenza artificiale

Come l’Unione Europea intende regolamentare l’intelligenza artificiale
Come l’Unione Europea intende regolamentare l’intelligenza artificiale
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Nel giugno 2024 è entrato in vigore il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale.

L’RIA costituisce il culmine di un lungo lavoro destinato a vigilare sulla commercializzazione dei prodotti basati sull’intelligenza artificiale.

Il testo proposto relativo a questo regolamento era inizialmente pubblicato nel 2021 dalla Commissione Europea, con il desiderio di offrire agli europei un quadro in cui possano utilizzare l’IA in totale sicurezza. Inoltre, questo quadro normativo mira a consentire all’ecosistema europeo attorno all’intelligenza artificiale di essere efficiente e competitivo a livello globale. In questo senso completa il Piano AI coordinatoavviato nel 2018 e modificato nel 2021. Tale piano mira ad attuare una strategia coordinata tra Commissione e Stati membri, per da un lato accelerare gli investimenti nelle tecnologie di intelligenza artificiale ed essere proattivi in ​​termini di tempistica sui programmi dedicati all’IA con il voglia di essere i primi ad adottare, con tutti i vantaggi che questo comporta. E dall’altro allineare le politiche europee in tema di IA, soprattutto per evitare i rischi di frammentazione del mercato e degli ecosistemi di ciascun Paese attorno a questa tecnologia, che avrebbe come diretta conseguenza una fragilità complessiva del Vecchio continente su tutto. legati all’intelligenza artificiale.

Torniamo al RIAadottato nel giugno di quest’anno. Quali sono i suoi obiettivi? Oltre a garantire che i prodotti basati sull’intelligenza artificiale immessi sul mercato rispettino i diritti fondamentali, vengono perseguiti diversi obiettivi.

Innanzitutto, i diritti fondamentali non sono le uniche linee rosse. Pertanto, i valori dell’UE, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale fungono anche da salvaguardia per valutare se i modelli di IA in questione possano essere autorizzati o meno. Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, è oggi evidenziato da molti attori della ricerca (vedere uno studio di esempio qui) che i sistemi di intelligenza artificiale consumano moltissima energia e lo saranno sempre di più. Nel testo della RIA l’aspetto sostenibilità si riferisce a “ che i sistemi di intelligenza artificiale siano sviluppati e utilizzati in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, ma anche in modo tale che tutti gli esseri umani ne traggano beneficio, monitorando e valutando al contempo gli effetti a lungo termine sull’individuo, sulla società e sulla democrazia. »

Successivamente, il quadro enfatizza la fiducia e l’intelligenza artificiale incentrata sull’uomo. La fiducia è un argomento delicato nell’intelligenza artificiale, che spesso va di pari passo con la spiegabilità dell’intelligenza artificiale. Come possiamo, infatti, garantire la fiducia nell’intelligenza artificiale se non siamo in grado di comprenderne il funzionamento? Per quanto riguarda la necessità di focalizzare l’IA sull’uomo e sul suo “benessere”, l’obiettivo è vago, sintetizzato così nel testo: “ È essenziale che l’intelligenza artificiale sia una tecnologia incentrata sull’uomo. Dovrebbe servire come strumento per le persone, con l’obiettivo finale di aumentare il benessere umano “. Un’intelligenza artificiale è al servizio degli esseri umani se svolge compiti – complessi, insoddisfacenti, ripetitivi, ecc. – per loro, ma è utile agli esseri umani se li mette senza lavoro?

Come accennato in precedenza, il regolamento mira anche a garantire un quadro giuridico standardizzato, con l’obiettivo di promuovere la sicurezza degli attori del settore e la loro capacità di innovare e investire.

In questo stesso senso, il testo rafforza governance ed effettiva applicazione della legislazione esistente sui requisiti di sicurezza applicabili ai sistemi di IA e diritti fondamentali.

Infine, il testo deve prevenire la frammentazione del mercato, che appare più che mai necessaria, data la concorrenza globale sui prodotti basati sull’intelligenza artificiale. settore in cui l’Europa è già in ritardoper non parlare delle incessanti interruzioni tecnologiche nel settore dell’intelligenza artificiale.

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