La settimana non inizia bene sui mercati dei tassi con un peggioramento dei titoli del Tesoro su un fronte ampio (USA e zona euro).
Il miglioramento osservato venerdì sera sui T-Bond si è esaurito:
i ’10 anni’ USA sono saliti di +2,4 punti al 4,451%, i ’30 anni’ hanno preso quasi 4 punti al 4,6390%, il livello peggiore dalla fine dello scorso maggio, i ‘2 anni’ hanno preso +1,5 punti intorno a 4,316 %.
Il titolo statunitense a 10 anni è peggiorato questo lunedì a circa il 4,493%, il titolo a 30 anni oltre il 4,676%… sembra probabile che la correzione ricominci da un momento all’altro.
L’atmosfera non è tranquilla in Europa con i Bund in rialzo del +2,5Pt al 2,3740%, i nostri OAT si muovono in modo identico, al 3,103%, così come i BTP italiani al 3,573%.
La settimana si preannuncia tranquilla, con pochi indicatori importanti all’ordine del giorno, con l’incontro principale fissato per venerdì con la pubblicazione degli indici PMI “flash” europei.
“I temi che continuano a preoccupare i mercati sono ormai ben noti: da un lato l’effetto dell’elezione di Trump, la debolezza della domanda proveniente dalla Cina e i commenti di diverse aziende riguardo al terzo trimestre”, ricordano i team di Edmond de Rothschild .
Il “Trump Trade” – che ha portato Wall Street sulla scia delle elezioni presidenziali del 5 novembre – sembra aver esaurito la sua forza alla fine della scorsa settimana, alimentando una piccola ondata di “avversione al rischio” favorevole al T- Obbligazioni… ma che ovviamente non durano (il Nasdaq-100 recupera +1%).
Gli investitori temono che l’approccio ‘pro-business’ sostenuto dal magnate del settore immobiliare porterà ad una recrudescenza dell’inflazione che potrebbe portare la Fed a rallentare i tagli dei tassi… o addirittura a non abbassarli affatto il 17/18 dicembre prossimo (è un po’ 50/50 adesso).
Infine, i ‘Gilts’ britannici si ritrovano ancora una volta in fondo alla classifica con un peggioramento di +4,5 ts al 4,518%.
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