Nonostante il successo del suo ultimo piano di partenza per gli anziani, completato nel 2022, Orange ha dichiarato di non voler lanciare un nuovo “senior part-time” (TPS). Oltre al suo costo (1,7 miliardi di euro), la direzione dell'operatore di telecomunicazioni era preoccupata per il suo effetto destabilizzante: nel 2022, 7.600 dipendenti si erano precipitati nel sistema, molti dei quali all'ultimo minuto, che aveva disorganizzato alcuni servizi e reso le competenze tecniche scompaiono.
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L'arancione finalmente si gira. Il 7 novembre, durante un incontro con i sindacati organizzato nell'ambito delle negoziazioni triennali sulla gestione del lavoro e delle carriere (GEPP), il gruppo ha aperto le porte a un nuovo TPS. “Ciò risponde ad una forte domanda del corpo sociale”spiega Vincent Lecerf, direttore delle risorse umane di Orange. Molti dipendenti si sono rammaricati di non aver potuto usufruire del piano precedente per alcuni mesi.
Secondo i termini rivelati dalle organizzazioni sindacali, il nuovo TPS riguarderebbe il periodo 2025-2028. Potrebbe essere attivato dal lavoratore cinque anni prima del pensionamento: il primo anno verrebbe lavorato al 50% e pagato al 70%; i successivi quattro verrebbero rilasciati e pagati al 60%, con un compenso minimo garantito. Per averne diritto bisognerebbe avere quindici anni di anzianità, con un’età pensionabile compresa tra il 2026 e il 2033.
L'obiettivo del management è attenuare il più possibile le richieste del TPS per evitare di subire lo stesso shock del 2022. Il piano potrebbe essere accompagnato da impegni sulle assunzioni. Il precedente ne prevedeva 8.000, obiettivo quasi raggiunto secondo Orange.
Basso rumore
Per il signor Lecerf, il TPS “è il sistema più appropriato per supportare l’adattamento della forza lavoro del gruppo” dalle attività in declino a quelle in crescita, in un contesto dove “gli sviluppi tecnologici e i nuovi usi digitali stanno provocando una profonda e rapida trasformazione del settore delle telecomunicazioni”. Anche altri grandi operatori europei di telecomunicazioni (Telefonica, Vodafone, BT, Deutsche Telekom, ecc.) hanno annunciato piani di partenza negli ultimi due anni.
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Creato da Stéphane Richard, ex amministratore delegato di Orange, all’indomani della crisi dei suicidi del 2008-2009 (trentacinque dipendenti si suicidarono in due anni), come strumento di pacificazione sociale, il TPS è diventato un mezzo per ridurre silenziosamente numero del personale e buste paga. La nuova annata consentirebbe di anticipare il pensionamento di 1.500-2.000 persone all'anno. Nei quattro anni del piano, ciò rappresenterebbe da 6.000 a 8.000 dipendenti, ovvero dal 9% al 12% della forza lavoro di Orange in Francia. Si aggiungerebbero ai 42.000 dipendenti che sono passati al sistema dalla sua creazione nel 2010. In dieci anni, la forza lavoro dell'operatore in Francia è diminuita di un terzo, per scendere a 65.000 dipendenti (di cui 11.000 dipendenti pubblici). un’età media di 49 anni.
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