Cotone africano: i rischi di un’eccessiva dipendenza dal Bangladesh

Cotone africano: i rischi di un’eccessiva dipendenza dal Bangladesh
Cotone africano: i rischi di un’eccessiva dipendenza dal Bangladesh
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In dieci anni, l’Africa è diventata iperdipendente dal Bangladesh per la vendita del suo cotone. E questo comincia a preoccupare il settore, perché il Bangladesh è un paese economicamente molto indebolito da mesi, con i produttori che cede sotto il peso del debito. Ciò vale soprattutto per le filature.

La progressione del cotone africano nel subcontinente indiano è spettacolare: più di 6 balle su 10 prodotte nell’Africa occidentale vengono ora acquistate in Bangladesh. E parliamo di 8 balle su 10 se aggiungiamo il cotone che esce Pakistan e in Vietnam, precisa il commerciante Armand Ezerzer (Mambo Commodities) che si è occupato dell’argomento in occasione del ventesimo incontro dell’African Cotton Association (ACA) che si è svolto ad Abidjan il mese scorso.

La dipendenza del cotone africano da questi tre paesi asiatici è diventata così grande da costituire ormai motivo di preoccupazione per il settore. Le parti interessate mettono in discussione soprattutto le quote di mercato conquistate dall’Africa in Bangladesh, il secondo importatore di cotone dopo la Cina e un paese con un tessuto economico locale molto indebolito.

Filature iperindebitate

Le filature locali hanno aumentato la loro capacità produttiva a prezzo di ingenti investimenti, e sono oggi iperindebitate con le banche, spesso piccole e anch’esse sottocapitalizzate. Le nuove fabbriche costrette a operare per ripagare i loro prestiti sono diventate acquirenti meno affidabili, essendo costrette a vendere i loro filati a gruppi tessili che stanno lottando per la loro sopravvivenza a fronte di una domanda dei consumatori più che fiacca.

Contratti di acquisto del cotone non onorati dalle filature di cotone Bangladesh sono in aumento, a scapito del cotone africano che non viene spedito e si accumula. Presi tra i loro fornitori e i loro acquirenti, i commercianti di cotone riconoscono la loro impotenza a essere pagati in tempo, quando sono riusciti a vendere il cotone.

Concorrenza del cotone meccanizzato

Oltre al rischio di dipendere troppo da un “ Cattivo » paga, il cotone africano deve far fronte alla concorrenza sempre più dura del cotone raccolto a macchina. Perché anche il Bangladesh, che oggi ottiene il 40% delle sue forniture dall’Africa occidentale, è sempre più ghiotto di questo cotone.

Per cambiare la situazione e trovare nuovi acquirenti si stanno esplorando diverse strade: migliorare la qualità del cotone africano, che ha ancora la fama di essere troppo contaminato, oppure fare un vero e proprio sforzo di marketing, per ricordare che l’oro bianco del continente, perché è raccolto a mano, ha caratteristiche uniche: fibre preservate ed eccellente filabilità.

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