Il prezzo dell'indice azionario francese CAC 40 e le informazioni sui prezzi delle azioni delle società vengono visualizzati su schermi sospesi sopra la Borsa di Parigi, gestita da Euronext NV, nel quartiere degli affari La Defense a Parigi
I fondamentali sostengono un ritorno alle small e mid-cap europee, che però tarda a concretizzarsi, ha osservato giovedì Portzamparc.
Il segmento è in ritardo rispetto al resto del mercato europeo, ricorda Bertrand Lamielle, direttore generale di Portzamparc Gestion: la performance da gennaio degli indici Euro Stoxx Small e Mid è rispettivamente del 2,55% e del 2,58%, contro il 6,73% del Euro Stoxx 50.
“La tendenza macroeconomica del calo dei tassi e dell'assenza di recessione nella zona euro rimane sostenuta e la stagionalità è favorevole”, la fine della stagione dei risultati porta più chiarezza, sostiene il manager.
In un contesto più ampio di avversione degli investitori verso l’Europa, il ritorno dei flussi verso il segmento stenta tuttavia a concretizzarsi.
“Il calo dei tassi da parte della Banca Centrale Europea non si è tradotto in una riduzione dei costi di finanziamento”, cosa che avrebbe giovato al settore, constata Nicolas Royot, codirettore dell'ufficio analisi di Portzamparc Gestion.
Sulla situazione hanno pesato le incertezze politiche in Europa e poi negli Stati Uniti, unite al rallentamento della Cina.
Il segmento si trova nel “punto cieco” degli strateghi, riassume Portzamparc, mentre l’asset class ha registrato sei anni di sottoperformance negli ultimi sette anni.
In Francia, il leggero recupero degli incassi in ottobre – 17 milioni di euro contro una raccolta netta di 53 milioni nel resto dell'anno secondo Portzamparc – fa tuttavia sperare in un leggero rimbalzo nel 2025, Nicolas Royot sottolinea che i multipli dei prezzi I profitti rimangono al di sotto della loro media a lungo termine per il CAC Mid, a 11,8x nel 2024 e 9,8x previsti nel 2025, rispetto a una media di 15x.
Il logoramento continua anche in Francia, con 32 offerte pubbliche di acquisto effettuate nel 2024, a fronte del record di 38 operazioni in sette anni, raggiunto nel 2021.
L’anno 2021, invece, è stato caratterizzato da un volume significativo di IPO, per un totale di 64,2 miliardi di euro e che hanno parzialmente controbilanciato i ritiri, rispetto a un volume di 15,3 miliardi nel 2024.
“Le aziende si considerano sottovalutate e preferiscono ritirarsi dalla quotazione, talvolta con il sostegno di fondi di investimento”, osserva Nicolas Royot.
“Allo stesso tempo, la concorrenza del private equity sta cambiando il profilo delle aziende che scelgono di quotarsi, favorendo gruppi più maturi e redditizi come Planisware o Exosens”.
(Scritto da Corentin Chappron, a cura di Blandine Hénault)