Diminuisce l’assenteismo nelle aziende ma aumentano le assenze di lunga durata

Il nuovo barometro firmato dalle società Ayming e AG2R La Mondiale mostra che nel 2023 il tasso di assenteismo nelle aziende è diminuito, ma allo stesso tempo sono aumentate le assenze per malattia di lunga durata. Questo assenteismo rappresenta più di 100 miliardi di euro di mancati guadagni per le aziende.

L’anno scorso l’assenteismo sul lavoro è diminuito. È quanto apprendiamo dalla nuova edizione del barometro specializzato firmato dalle aziende Ayming e AG2R La Mondiale. Il tasso di assenteismo è diminuito nel 2023, ma questa buona notizia nasconde notizie molto meno buone e più profonde: le assenze di lunga durata sono in aumento.

Mancano 100 miliardi di euro

Nel 2023, infatti, le interruzioni del lavoro superiori a tre mesi sono aumentate del 16%. L’aumento è arrivato addirittura al 31% dal 2019, pre-Covid. Logicamente, i dipendenti più anziani sono i più colpiti. E la situazione non migliorerà con il rinvio dell’età pensionabile legale. Ancora più sorprendente, questi arresti a lungo termine aumentano notevolmente tra coloro che hanno meno di 30 anni.

“Per molto tempo le aziende hanno reagito all’assenteismo a livello molto individuale, dicendo che si trattava dell’assenza di una sola persona”, ricorda Denis Blanc, amministratore delegato della ditta Ayming. “Ciò non regge quando la tendenza è così pesante e sistematica. La soluzione è soprattutto umana e individualizzata”, continua al microfono di Europa 1.

Le imprese hanno tanto più interesse a reagire poiché l’assenteismo costa loro caro: oltre 100 miliardi di euro di mancati guadagni. Anche il costo è sempre più importante per la comunità. Secondo la Corte dei conti, le interruzioni del lavoro costeranno all’assicurazione sanitaria 12 miliardi di euro nel 2022.