La Banque des Territoires vuole investire contro una Francia a due velocità

La Banque des Territoires vuole investire contro una Francia a due velocità
La Banque des Territoires vuole investire contro una Francia a due velocità
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Fare i conti con la fine del mondo e la fine del mese. » Due obiettivi spesso considerati inconciliabili, ma che la Banque des Territoires si impegna a rispettare contemporaneamente. L’ultima filiale della Caisse des Dépôts et Consignations (CDC), fondata nel 2018, non beneficia ancora di una reputazione equivalente a quella della sua società madre, il “braccio finanziario dello Stato”. Ma la quinta edizione della Primavera dei Territori, organizzata questa settimana a Parigi, ha messo in luce un’attività multisettoriale in costante aumento.

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Se l’asse strutturale di questa banca – con un profilo diverso da quello degli istituti tradizionali – resta l’attuazione della trasformazione ecologica in tutta la Francia, i suoi interventi coprono un ambito molto ampio, dalla reindustrializzazione all’edilizia sociale, dall’accesso alla mobilità senza emissioni di carbonio ai servizi pubblici, senza dimenticare il mix energetico.

“Questo incontro annuale è pensato principalmente per condividere i progressi compiuti con tutti i funzionari eletti a livello locale, compresi ovviamente i sindaci, che sono nostri clienti”, spiega Olivier Sichel. Questo 57enne laureato dell’Essec ed ex ispettore delle finanze, nominato capo della Banque des Territoires nel maggio 2018, difende gli imperativi derivanti dalla transizione ambientale tanto quanto quelli legati alla coesione sociale. La filiale del CDC, lanciata due anni prima della pandemia, ha visto il suo ruolo rafforzato grazie al piano di ripresa, di cui è un operatore chiave: 32 miliardi di euro sono stati mobilitati dal 2018 al 2023, compresi nella sanità e nel turismo.

“Ricollegare i legami sociali”

“Sosteniamo migliaia di progetti in tutte le Regioni”, precisa il direttore della Banque des Territoires. Il nuovo piano strategico prevede oltre 90 miliardi di euro di nuovi investimenti entro il 2028. Con 16 misure settoriali: otto nel quadro della trasformazione verde, l’altra metà nel campo della solidarietà. All’interno della prima categoria, il premio per il budget maggiore va al risanamento dell’edilizia residenziale pubblica, con 16,8 miliardi di euro destinati alla ristrutturazione termica dell’edilizia sociale, ma anche di scuole ed edifici pubblici. Alla transizione alimentare beneficeranno 180 milioni di euro, mentre è dedicato un importo di 1,8 miliardi di euro “preservazione delle risorse idriche”. Sul fronte della solidarietà, non sorprende che sia l’edilizia sociale a dominare gli investimenti, con 56,5 miliardi di euro destinati alla creazione di alloggi sociali “accessibili”.

Facilitare l’accesso ai servizi pubblici mobilita 240 milioni di euro. E quello per diritto e giustizia grazie alla digitalizzazione, 3,8 miliardi. Nel settore attualmente devastato delle strutture di accoglienza degli anziani, non autosufficienti e non, un bilancio di 3,3 miliardi di euro dovrebbe consentire di aprire più di 50.000 posti in strutture di vario tipo.

“Per finanziare progetti infrastrutturali, in particolare la costruzione di edilizia sociale, case di cura o residenze per anziani, il libretto A è uno strumento fantastico,” spiega Olivier Sichel. Per lui, tutte le risorse del gruppo Caisse des Dépôts devono essere utilizzate per sostenere le grandi trasformazioni sociali, “senza trascurare alcun territorio”. Il ritmo dei prestiti segue l’accelerazione dei progetti avviati: 12 miliardi di euro nel 2022, 16,5 miliardi lo scorso anno e già 7 miliardi al 22 maggio 2024.

“Zone bianche”

“Le autorità locali stanno investendo massicciamente nella transizione ecologica, come Nizza con un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue. Genererà quattro volte più energia di quella che consuma. spiega questo ex dirigente di France Telecom, anch’egli all’origine di un procedimento contro la Gafam per rispetto delle regole di concorrenza. Uno dei suoi grandi motivi di orgoglio risiede nella scomparsa quasi totale delle “zone bianche”, vale a dire senza accesso all’altissima velocità: “È un fattore molto importante di coesione sociale. »

Anche nei prossimi anni l’implementazione delle stazioni di ricarica elettrica svolgerà un ruolo simile, secondo il manager, che vuole recuperare il ritardo della Francia in questo ambito, in particolare attrezzando anche le comproprietà. “La Banca dei Territori sta ricostruendo i legami sociali e punta a ridurre le divisioni, per evitare di avere un Paese a due velocità”, Aggiunge. Prossimo progetto, quello dei deserti medici, preoccupazione fortissima degli eletti di tutte le Regioni: “Si stanno studiando diverse strade, ispirandosi a quanto fatto a Belfort, con un centro sanitario che riunisce un centinaio di professionisti. »

La Banca dei Territori in cifre (dal 2018)

80 miliardi

euro investiti

25 fabbriche

finanziato nell’ambito del piano di reindustrializzazione

4.600 progetti

denominata “City heart action”, per un budget di oltre 1,7 miliardi di euro

539 cantieri

degli istituti scolastici finanziati

634 Ehpad

realizzato per un totale di 33.000 nuovi posti

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